La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha incontrato una delegazione di Famiglie Arcobaleno. All’incontro, oltre alla ministra, erano presenti presidente e vice presidente dell’associazione, Gianfranco Goretti e Laura Giuntini.
I TEMI TRATTATI
Gianfranco Goretti, che ha definito l’incontro un «colloquio cortese», spiega quali siano stati i temi trattati nell’incontro di mercoledì: «La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia rappresenta come Istituzione tutte quante le famiglie, e le nostre famiglie sono un pezzo di realtà di questo Paese. Per questo abbiamo richiesto un incontro per poter raccontare chi siamo, quali siano le difficoltà che incontriamo quotidianamente, quali le preoccupazioni e gli ostacoli che le nostre figlie e i nostri figli riscontrano in assenza di leggi che li tutelino».
IL PERIMETRO DEI DIRITTI CHE MANCANO
Dopo la timida apertura avvenuta ad Agorà e la successiva smentita da parte della ministra, Famiglie Arcobaleno ha voluto «mettere in particolare l’accento su come le nostre bambine e i nostri bambini siano ancora più esposti degli altri minori in Italia di fronte alle difficoltà che inevitabilmente la vita ci pone davanti. In assenza di leggi che traccino il perimetro dei diritti di questi ragazzi e ragazze, chi li protegge in caso di un ricovero ospedaliero, di una separazione complicata, di un lutto?».
NESSUNA PROMESSA
La Ministra ha ascoltato le istanze dell’associazione, durante quello che dai vertici dell’associazione è stato definito «un incontro informale e cordiale». E, ha proseguito Goretti, «Nessuna promessa e nessun impegno assunto, soltanto un colloquio cortese. Tuttavia siamo soddisfatti come associazione. Le nostre famiglie sono presenti da decenni in Italia e l’incontro con la Ministra aggiunge un valore alla nostra realtà, riconoscendo Famiglie Arcobaleno come interlocutore autorevole. È l’inizio, speriamo, di un percorso di rispetto e confronto costruttivo». «Noi» ha concluso il presidente di Famiglie Arcobaleno «continueremo a chiedere pari diritti per i nostri bambini e le nostre bambine finché non verrà colmato il vuoto legislativo oggi presente nel nostro Paese».