Lo scorso maggio l’aggressione a Melania Geymonat e Christine Hanningan su un bus di Londra aveva fatto il giro del mondo. Dei ragazzi le avevano aggredite dopo il loro rifiuto di baciarsi. Uno degli aggressori, reo confesso, l’ha fatta franca: un centinaio di sterline di multa e qualche ora di servizi alla comunità . L’attacco, condannato anche dal sindaco di Londra Sadiq Kahn, era stato perpetrato da quattro teenager tra i quindici e i diciassette anni. Tutti e quattro erano stati arrestati, ma per uno dei diciassettenni le accuse sono cadute. Adesso a farla franca è anche il sedicenne: per lui niente galera.
LE ACCUSE AL BRANCO
Per tutti e tre i ragazzi rimasti le accuse strano di molestie e crimine d’odio dovuti da omofobia di gruppo e a frasi denigratorie come «ehi lesbiche, sforbiciate?». Prima dell’inizio del processo, il mese scorso, tutti e tre erano si erano dichiarati colpevoli di aver preso di mira le ragazze. Il sedicenne ha affrontato un’accusa ulteriore per molestie e furto, dato che aveva rubato il portafoglio di una delle due e usato il suo telefono come oggetto contundente. Ciononostante se la caverà con otto mesi di servizi alla comunità e 120 sterline di multa.
ATTENUANTI
Secondo l’avvocato Andrew Mooney il sedicenne non avrebbe urlato insulti omofonici come gli altri tre compari. Il ragazzino ha affermato di aver compreso di aver fatto del male alle ragazze e di voler dimostrare che lui non è una cattiva persona. L’altro diciassettenne, invece, ha inizialmente negato ogni coinvolgimento nell’aggressione, ma il giudice – rivisto il materiale delle telecamere di sicurezza – ha respinto la sua dichiarazione. A lui sono commiati quattro mesi in un centro di riabilitazione.
LA RABBIA DELLE VITTIME
«Mi sento veramente arrabbiata e triste in questo momento. Sento un dolore fortissimo», ha detto Geymonat alla stampa. «Si è convinta che sia successo solo perché è lesbica e perché erano due donne sole in giro di notte», ha raccontato il pubblico ministero. Il quindicenne sarà processato al settimana prossima.