In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, anche il sud si mobilita e lo fa all’insegna della creativitĂ . L’associazione Stonewall Glbt, infatti – da anni impegnata in prima linea nelle scuole e nel tessuto sociale di Siracusa, la cittĂ in cui opera – parteciperĂ alle celebrazioni per il 17 maggio, attraverso il contest fotografico “Un selfie per dire #STOPOMOFOBIA!”.
Le ragioni per cui ribattere sull’importanza della lotta a questo fenomeno sono spiegate da Tiziana Biondi e Alessandro Bottaro, del direttivo dell’associazione: «Spiace constatare che nel piĂą ampio contesto europeo, l’Italia, ancora priva di una legge specifica contro reati simili, resti fanalino di coda nella lotta a quella che consideriamo una vera e propria piaga moderna» fenomeno che, miete vittime senza differenza di genere, etĂ o posizione sociale. «Nel nostro “bel Paese”» continuano Biondi e Bottaro «a causa di uno Stato latitante, il rilancio delle tematiche Lgbt nella societĂ , ma soprattutto nella scuola, è deputato esclusivamente alle associazioni di volontariato come Stonewall Siracusa, che faticano a portare avanti le proprie azioni perchĂ© sempre piĂą spesso attaccate da campagne denigratorie, all’insegna della disinformazione, concepite per seminare odio e paura nei confronti del diverso».
Di fronte a tale panorama, l’associazione siracusana ha deciso di lanciare l’evento. Per partecipare sarĂ sufficiente scattarsi un selfie o una foto con la scritta “#STOPOMOFOBIA, senza se e senza ma, oggi, domani, sempre!” e inviare il tutto o tramite messaggio alla fan page Facebook della campagna o all’indirizzo mail dell’associazione.
All’iniziativa si accompagneranno, proprio per il 17 maggio, la distribuzione di materiale informativo per le vie del centro cittadino da parte dei volontari di Stonewall Glbt e, l’indomani, a partire dalle 22:30, la serata “LGBT & Friend”, al Borgo di CittĂ Giardino. Una buona occasione per far sentire la propria voce anche nel profondo sud e per combattere, attraverso il sorriso immortalato in un selfie, il pregiudizio contro le persone omosessuali e transessuali.