Oggi, 17 maggio 2016, si celebra la Giornata Internazionale contro Omofobia, Bifobia e Transfobia (IDAHOBIT). Anche quest’anno, Arcigay ha diffuso un report che riunisce i casi di cronaca di evidente matrice omo-transfobica.
104 episodi dal 17 maggio 2015 a oggi. 104 storie denunciate e rese visibili dai massa media che parlano di discriminazioni, insulti, aggressioni, minacce di morte fino ai finali più tragici, due omicidi e due suicidi.
Non solo numeri
“Abbiamo scelto di raccontare un anno di omotransfobia – spiega Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – lasciando a questo racconto la sua dimensione qualitativa, affinché non fosse solo chiaro il numero delle discriminazioni e delle violenze che le persone lgbt hanno subito nel nostro Paese, ma perché si cogliesse anche il modo tremendo, umiliante, spesso inaspettato, in cui queste violenze si producono ed esplodono”.
“Nel nostro report –prosegue Piazzoni– ci sono fatti molto diversi tra loro, al punto che alcuni non sembrano quasi avere nulla a che fare con altri: lo abbiamo fatto appositamente per sottolineare da un lato la molteplicità di maschere che l’omotransfobia indossa per manifestarsi, dall’altro per rendere evidente il filo rosso di odio e intolleranza che lega assieme tutti questi avvenimenti”.
Solo la punta dell’iceberg
Abbiamo parlato di 104 casi di omofobia e transfobia ma questa è “solo la punta dell’iceberg”. Nel report “riportiamo solo gli episodi denunciati, in cui è evidente il movente omotransfobico e che hanno superato il filtro della notiziabilità –spiega l’associazione in una nota–. C’è sicuramente tantissima omotransfobia che sfugge allo sguardo di questo monitoraggio e che rende il dato numerico, in quanto solo proporzionalmente indicativo, decisamente preoccupante”.
Si è inoltre scelto di non inserire alcune facce di omofobia e transfobia non meno gravi come “la discesa in campo delle Sentinelle in Piedi, i Family Day, i sedicenti terapeuti che promettono di “guarire” l’omosessualità, le campagne dei fanatici del “no gender””. “Una scelta di metodo” chiarisce Piazzoni.
Chi sono gli omofobi
Chi pensa che l’omofobo sia generalmente una persona incolta e, magari, di origine straniera dovrà ricredersi. “Non esiste –prosegue il segretario nazionale di Arcigay– un identikit dell’omofobo: nel nostro report ci sono omofobi appartenenti alla classe dirigente, politici, funzionari pubblici, commercianti, studenti e studentesse, padri e madri di famiglia. Sono italiani o stranieri, indistintamente. E soprattutto sono giovani (talvolta anche giovanissimi) o vecchi”.
“L’omofobia, insomma, non ha età, ruolo sociale, provenienza geografica, estrazione economica o culturale. È ovunque e colpisce le persone lgbti indistintamente, da sole, in coppia o in gruppo, nei luoghi affollati e in quelli isolati, di notte o in pieno sole”.