Adesso è ufficialmente legge dello Stato. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il testo sulle unioni civili votato lo scorso 11 maggio dalla Camera dei Deputati promulgando di fatto la legge. Ora bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e 15 giorni dopo entrerà in vigore.
Per potersi unire civilmente, però, bisognerà aspettare che il ministero degli Interni emani il cosiddetto “decreto ponte”, che Alfano ha garantito entro 30 giorni dall’emanazione della legge. In questo modo le prime coppie potranno recarsi nei comuni di residenza e chiedere di procedere con la propria unione. Poi, entro sei mesi come previsto dalla legge Cirinnà, arriveranno i decreti attuativi definitivi. Sono gli atti in cui il ministero indica ai comuni come procedere operativamente per celebrare le unioni civili (o come ha precisato Alfano, per “costituirle”).
Sono andati a vuoto, dunque, gli appelli delle destre che chiedevano a Mattarella di non firmare avanzando come motivazioni presunte mancanze di coperture finanziare e altrettanto presunti vizi di incostituzionalità. Il presidente, però, che è stato giudice della Corte costituzionale, non ha evidentemente riscontrato alcun problema nel testo e l’ha promulgato.
Le unioni civili sono la legge n.76 20/05/2016.
Giornalisti di gaypost e stampa lgbt in genere, fate sì che si tenga alta l’attenzione sui decreti necessari per procedere effettivamente alle unioni civili. Alfano certamente tenterà di andare al ribasso e all’indecoroso a partire dall’eliminazione di ogni formula “celebrativa” e soprattutto sul termine per definire gli uniti civilmente. Certo non accetterà “coniugi” e fosse per lui o leghisti vari le unioni civili si dovrebbero fare in fila davanti ad uno sportello anagrafe tipo alle poste.