Torna il Giacinto Festival – Nature Lgbt+, l’ormai tradizionale appuntamento che nel week end tra l’8 e il 9 agosto proporrà a Noto, in provincia di Siracusa, due serate a tematica “arcobaleno”. Il direttore artistico, Luigi Tabita, presentando questa nuova edizione ha dichiarato: «La pandemia e le sue continue restrizioni fisiche ci hanno messo di fronte all’importanza e ai limiti del nostro corpo». Ed è proprio il corpo al centro di questa sesta edizione: «Corpi nascosti o protetti per evitare il contagio, corpi forti o fragili come quelli di coloro che non ce l’hanno fatta. Ognuno di noi ha dovuto fare i conti con la propria fisicità e la mancanza di quella degli altri».
Il dibattito sul body shaming
Proprio per questa ragione, sabato sera assisteremo al dibattito sul tema del body shaming, in cui interverrà l’onorevole Stefania Pezzopane. Ma non solo. Verrà proiettato il film su Mario Mieli, Gli anni amari, diretto da Andrea Adriatico e la figura dello storico attivista sarà al centro di un dibattito. Ancora, si offriranno le istallazioni urbane con il progetto I am ideato dalla coppia di artisti Schirra e Giraldi e ancora con lo studio I am what I am: nude di Fabio Dolce.
Il festival nella scena Lgbt+ della val di Noto
Domenica, invece, attivisti e attiviste occuperanno fisicamente il centro della città con la realizzazione di un percorso pedonale rainbow. Chiuderà il festival Drusilla Foer, attrice, cantante e giudice di StraFactor. Un festival ricco di interventi e che mette al centro dell’attenzione il “corpo politico”, ormai al centro di un dibattito di lungo corso nella scena sociale e istituzionale. Festival, Giacinto, che si colloca in un contesto più ampio della Val di Noto come uno dei maggiori cuori pulsanti dell’attivismo “rainbow” in Sicilia. Tra le altre iniziative che troviamo nella città, infatti, ricordiamo ancora il cineforum L’altra prospettiva, rassegna contro gli stereotipi di genere, le discriminazioni, l’odio e la paura. E non sono le uniche iniziative che possiamo trovare in questi luoghi. La Sicilia, d’altronde, sa stupire. E sa fare cultura, anche Lgbt+.