Scontri al pride di Istanbul: “No al corteo durante il ramadan”

Ancora scontri in Turchia tra la comunità Lgbt e le forze dell’ordine per il pride di Istanbul. Gli agento hanno infatti sparato lacrimogeni e proiettili di gomma contro le persone i manifestanti scesi in piazza per il Pride. Nonostante il divieto del corteo da parte del governatore locale e del transennamento di piazza Taksim, presidiata dalla polizia in tenuta antisommossa, la manifestazione si è svolta ugualmente, ma è stata violentemente repressa. Fatto non nuovo, per altro, per la città sul Bosforo. Già l’anno scorso vi erano state violenze, sempre da parte dei poliziotti contro la gay community.

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Trans aggredita durante il pride del 2105

Il divieto era stato motivato per ragioni di pubblica sicurezza: il movimento giovanile ultranazionalista Alperen Ocaklari – legato all’estrema destra, il Partito della Grande Unione (Bbp) – aveva minacciato infatti «una reazione molto chiara e dura all’immoralità» del pride, in programma durante il mese del Ramadan. «Non vogliamo assolutamente che camminino nudi sul sacro suolo del nostro Paese» ha dichiarato Kursat Mircan, leader dell’organizzazione estremista, «lo Stato deve fermarli tenendo in considerazione i valori nazionali».

Le autorità hanno così ceduto a quel sentimento di patria intriso di pregiudizio a sfondo religioso, dando ragione alle posizioni dei fondamentalisti islamici, a danno di centinaia di migliaia di gay, lesbiche e trans del paese. La carica contro il corteo si è consumata quando si è tentato di leggere un foglio di rivendicazione dei diritti delle persone Lgbt. Ennesima brutta pagina per la Turchia di Erdogan sul piano della democrazia interna e su quello dei diritti civili. L’UE, infatti, sta valutando la proposta di adesione da parte del paese, ma cedere al fanatismo estremista non è certo un buon biglietto da visita per far parte dell’Unione. 

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