“Fuori dagli schemi”. Si intitola così il libro con cui Carolina Morace, ex calciatrice della nazionale femminile, ha deciso di fare coming out e di raccontare la sua storia con sua moglie Nicola Jane Williams.
Per il Golden Foot Award, Carolina Morace è una “leggenda del calcio”, una delle più forti calciatrici di tutti i tempi.
“L’ho fatto per le altre”
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Morace anticipa il suo libro.
“L’ho fatto naturalmente per loro (le altre calciatrici, ndr), per le più giovani, ma l’ho fatto anche per molte mie amiche quarantenni o cinquantenni che ancora non trovano il coraggio di raccontarsi” spiega.
Ex allenatrice della nazionale femminile italianata, di quella canadese e quella di Trinidad, ma anche della femminile del Milan, Morace ha conosciuto sua moglie a Tokyo, ad un evento della Fifa. Da allora non si sono mai lasciate. Quando ha fatto 48 anni (adesso ne ha 56) le ha chiesto di sposarla.
Il coming out grazie alla moglie
Ed è stata proprio sua moglie l’elemento determinante che l’ha portata a scegliere il coming out pubblico. “Lei ha ricevuto un’educazione diversa: in Australia, come in molti altri Paesi del mondo, il fatto che due persone dello stesso sesso si amino non interessa a nessuno – racconta Morace a Roberta Scorranese -. Lei stessa, nei primi tempi della nostra storia, quando veniva in Italia, si meravigliava del peso che diamo a queste scelte. E solo con lei sono riuscita a essere vera, senza maschere. Adesso non mi nascondo più”.
La famiglia e il calcio
E la famiglia? Il coming out con il padre è arrivato con l’annuncio del matrimonio. Lei lo racconta così: «Gli dissi: “Papà, mi sposo”. E lui: “Bene!”. “Sì, ma non con un uomo”. “Va bene! Basta che tu sia felice”».
Il coming out nello sport è ancora molto raro in Italia, specialmente nel calcio maschile. “Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia – riconosce Morace -. Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più”.