Il 14 luglio non è un giorno qualunque, per i francesi. Non dovrebbe esserlo per tutto l’occidente, in realtà. Il 14 luglio è il giorno della presa della Bastiglia, il giorno in cui i cittadini si ribellano all’Ancien Régime e danno (simbolicamente) il via alla Rivoluzione Francese, quella a cui si riconduce il motto Liberté, Égalité, Fraternité. Uno dei passaggi storici fondamentali per la secolarizzazione di un intero continente. Ieri sera, la Francia era in festa per celebrare se stessa e tutto questo.
Da ieri, però, il 14 luglio non sarà più lo stesso e non solo per i francesi perché la follia jihadista dell’Isis ha colpito ancora uccidendo 84 persone tra le tante radunate a Nizza per quelle celebrazioni. Una scelta precisa, un giorno particolare che rappresenta l’evoluzione della nostra storia verso quel sentimento di libertà, uguaglianza e fratellanza che dovrebbe essere condiviso e diffuso. Ed è su quel sentimento che dobbiamo puntare per contrastare la bararie di un’organizzazione che sfrutta un credo per imporre se stessa e seminare il terrore.
È con quell’ideale di libertà, uguaglianza e fratellanza che a noi, tutti, sta il compito di lavorare, giorno per giorno, perché non ci sia più alcun terreno di coltura in cui questa barbarie e questo odio possano attecchire, crescere e colpire ancora. Abbiamo scelto di non accompagnare queste poche parole con foto o video delle vittime di Nizza, perché non serve vedere il sangue per comprendere l’orrore di 84 morti a causa della follia e del male a cui non dobbiamo mai abituarci. Non serve, per provare sdegno ed empatia. Non serve. Non è un film. E noi non siamo spettatori.
Dobbiamo essere protagonisti della lotta, culturale e sociale, a tanto male. Oggi il nostro pensiero e il nostro cuore sono con le vittime di Nizza, come lo è stato con quelle di Parigi, di Bruxelles, di Istanbul, di Orlando, di Dacca, di Bagdad, di Tunisi, della Siria e di tutti quei posti, in tutto il mondo, dove qualcuno ha perso la vita per il solo fatto di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Lo staff di Gaypost.it