Patrick Zaki resta in carcere almeno per altri 45 giorni. E’ questa la decisione presa dalla corte antiterrorismo del Cairo dopo l’udienza di ieri. Lo annuncia la ONG Eipr in un tweet.
Le speranze per la liberazione di Zaki
La decisione di anticipare l’udienza, pervista per gennaio, aveva fatto ben sperare. In più la liberazione, nei giorni scorsi, di altri tre attivisti di Eipr era apparsa come un buon segnale. Ma ieri l’avvocata di Zaki si era detta poco fiduciosa. “Mi faccia avere una lista”: questa era stata la risposta del giudice davanti alla lamentela della legale per la scarsità di libri a disposizione. Perché chiedere una lista se si intende liberare una persona?
Oggi la conferma dei sospetti dell’avvocata.
Amnesty: “Sgomenti. Salviamo Zaki da Tora”
“Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertate, vergognosa di rinnovare dli altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti”. Questo il commento del portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, all’Ansa.
“Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora – prosegue Noury -. E’ veramente il momento che ci sia un’azione internazionale guidata e promossa dall’Italia per salvare questo ragazzo, questo studente, questa storia anche italiana, dall’orrore del carcere di Tora”.
Condizioni disumane
Tora è un carcere di massima sicurezza in cui i detenuti vengono tenuti in celle piccolissime senza neanche un letto. Patrick e gli altri attivisti di Eipr hanno subito torture e una detenzione durissima. Il ragazzo, studente dell’Università Alma Mater di Bologna, era stato arrestato lo scorso 7 febbraio, appena sbarcato al Cairo dove era tornato per vedere la famiglia. Da allora, la sua carcerazione è stata rinnovata di settimana in settimana. Molte erano le speranze per l’udienza di ieri, ma vane.
Le accuse di terrorismo contro di lui si basano su 10 post su Facebook la cui autenticità è dubbia.