La famiglia senza figli dice che Tajani non esiste. E pure Biancaneve, che visse felice, contenta e super sveglia dopo il bacio del suo principesco vero amore ma di cui non si sa nulla circa la prole reale.
Ogni mattina mi sveglio e dopo un’oretta circa tengo la rassegna stampa sul social che funziona con la voce insieme a due amiche e colleghe mentre una folta schiera di illuminate e illuminati ci ascolta. Ogni mattina uò-uò sappiamo tutte e tutti che dovremo correre più veloce delle battute infelici di qualche politicante che concorre al primo premio del concorso “Assurdità più inopportuna“.
Tajani primo classificato
Oggi il premio lo vince Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore di Forza Italia, che nel merito della festa della mamma ha detto: “Una famiglia senza figli non è famiglia. La donna si realizza pienamente con la maternità”.
Secondo classificato il leghista Zelger con “Le donne preferiscono accudire le persone mentre gli uomini preferiscono la tecnologia”. Medaglia di bronzo non ancora consegnata ma alla mezzanotte mancano diverse ore. Anzi, prendete pure i pop corn perché il dopo Tajani sarà una battaglia.
Una battaglia esilarante per chi di noi ha talmente la pellaccia rispetto a queste violenze che ne approfitta per godere della incalcolabile distanza con uomini così e distoglie per un attimo l’attenzione dalla preoccupazione di coabitare con loro nel mondo.
La pressione sociale sulle donne
Però ci sono persone, la gran parte, che si sentono ferite da simili attacchi all’autodeterminazione: persone, donne, che lottano ogni giorno contro la pressione psicologica e sociale di dover rispettare il ruolo assegnato alla nascita. Persone che fanno i conti con il desiderio di non diventare madri ma che subiscono decenni di cultura patriarcale condensati in una frase che dice loro che non sono realizzate se non lo diventano.
Il primo premio di oggi va dunque ancora una volta a un uomo che sa cosa è bene per una donna anzi per le donne, tutte: diventare mamme. Ché altrimenti mica ci realizziamo, manco fossimo nella Repubblica di Gilead e chi ha letto “Il racconto dell’Ancella” sa di cosa parlo. Per chi no: qui lo spiegone.
In fuga dal Pleistocene
Offensivo, sessista, invadente e inopportuno questo concetto scredita e discrimina tutte le donne che non vogliono o non possono procreare, verso le famiglie che non l’hanno ancora fatto o che non intendono farlo, verso le famiglie – come la mia – composte da 50 cugini e cugine, 20 paia di zii, diversi animali domestici e decine di persone ormai cooptate nonostante non ci sia sangue in comune. E noi sappiamo che famiglia è quando puoi chiedere qualcosa iniziando con “Già che sei in piedi”.
Ma del resto, molte di noi sono abituate alle aggressioni verbali di chi ci vuole chiuse in casa e finge che sia la normalità. Per questo nel frattempo siamo ben felici di scappare, alcune dall’Italia e altre da queste gabbie ideologiche. E a Tajani rispondiamo che a non esistere è lui.
Dal Pleistocene è tutto, a voi studio.
Ps, la foto in cover è presa da Facciabuco (grazie).