Lo scontro sul ddl Zan finisce sui social: a infiammare il dibattito su una pagina molto cupa della politica italiana è Chiara Ferragni, nota influencer, che ha così commentato la giravolta di Renzi sulla legge contro l’omo-bi-lesbo-transfobia. Su Instagram ha infatti scritto: «L’Italia è il Paese più trasfobico di Europa. Ed Italia viva (con Salvini) si permette di giocarci su» con tanto di foto dell’ex presidente del Consiglio. E sotto la scritta: «Che schifo che fate politici». Cosa che al leader di Italia Viva non è proprio andata giù.
Renzi sfida Chiara Ferragni: “Pronto a confrontarmi”
Commentando la storia su Instagram, Renzi ribatte sulla sua pagina Facebook: «Entra nel dibattito sulla Legge Zan dicendo ai suoi 24 milioni di follower “Che schifo che fate politici”, con la mia faccia. Sono pronto a un dibattito pubblico con la dottoressa Ferragni, dove vuole e come vuole. Sono sempre pronto a confrontarmi con chi ha il coraggio di difendere le proprie idee in un contraddittorio. Se ha questo coraggio, naturalmente». Mossa molto astuta, visto che un confronto pubblico con Chiara Ferragni significherebbe arrivare proprio a quella vastissima platea.
Fedez risponde a Renzi: “Stai sereno”
E la polemica continua su Twitter, dove Renzi scrive: «La politica è una cosa seria e faticosa. Dire come la Ferragni che i politici fanno schifo è qualunquismo. Pronto a confrontarmi anche con chi mi insulta». Ma a rispondergli – a un certo punto – arriva Fedez, marito di Chiara. «Stai sereno Matteo» gli risponde, sempre twittando, «oggi c’è la partita. C’è tempo per spiegare quanto sei bravo a fare la pipì sulla testa degli italiani dicendogli che è pioggia». Con tanto di cuori e stelline.
L’attacco di Ferragni alla politica italiana
Fa ancora notare Il Fatto quotidiano: «In realtà Ferragni su Instagram non si è limitata ad accusare Renzi, ma ha condiviso il post dell’account di news “Felicemente lgbt” che entrava nel dettaglio della disputa in corso in Parlamento». Soffermandosi «sul numero di voti mancanti a causa del voltafaccia di Italia viva». Dunque l’influenzar ha commentato, in un’altra storia: «La triste verità è che nonostante una legge che tuteli donne, disabili e persone appartenenti alla categoria lgbtq+ SERVA nel nostro paese e sia attiva nel resto dell’Europa da decenni, in Italia non verrà mai approvata perché la nostra classe politica preferisce guardare sempre il proprio interesse personale».
Renzi e gli influencer
Adesso, per carità, tutto giusto. Ferragni e Fedez hanno il diritto – in quanto liberə cittadinə – di criticare la classe politica, anche con espressioni sopra le righe. E Renzi, ovviamente, ha tutto il diritto di risentirsi, di difendersi e di provare a tirare acqua al suo mulino. È la logica della democrazia. Una cosa però mi sfugge, in tutta questa storia. Non era l’ex sindaco di Firenze, nonché ex presidente del Consiglio, ex leader del Pd (e speriamo ex parlamentare da qui a poco), a dire che a lui non importava nulla del consenso degli influencer sui social? Chissà, forse quei 24 milioni di follower gli hanno fatto cambiare idea.