Riportiamo il comunicato di oltre 1oo associazioni Lgbtqia+ e realtà alleate in merito al ddl Zan, all’incapacità dei media di dar voce a quelle persone direttamente coinvolte nel disegno di legge. Moltissime le sigle coinvolte, da Agedo a Famiglie arcobaleno, da diversi circoli territoriali Arcigay ai collettivi e le reti di studenti. Impossibile citarle tutte. Per l’elenco completo delle realtà aderenti, si può andare sulla pagina Facebook di Prisma – Collettivo Lgbtqia+ Sapienza.
Ecco il testo dell’appello.
Adesso parliamo noi!
Siamo le voci inascoltate di più di cento tra associazioni, collettivi, reti e gruppi LGBTQIA+, con anche il sostegno dei sindacati, che oggi per la prima volta sono state citate in Parlamento.
In un dibattito troppo spesso chiuso alla nostra comunità, abbiamo forzato il muro di gomma mediaticamente costruito attorno a noi attraverso il mailbombing e socialbombing rivolto alla politica che oggi discute il ddl Zan in Senato.
Siamo scesə nelle piazze in questi anni e ancora in questi tre giorni con una coesione e un’unità di intenti mai avuta prima: perfomance, piazze rivendicative, eventi sparsi in tutto il Paese per prendere parola sulle nostre vite. Abbiamo già visto gli effetti dei compromessi al ribasso, con lo stralcio della stepchild adoption, e le promesse mancate di sanare quel vuoto che significa discriminazione sulla pelle dellə nostrə figliə.
Oggi si ripete lo stesso schema in cui le nostre vite, per le quali il DDL nella sua attuale forma non è che un primo passo, sono messe su un pallottoliere e valutate sulla base del consenso elettorale che possono far guadagnare o perdere.
Abbiamo ancora qualcosa da dire a chi ci sostiene e ha portato le nostri voci in Parlamento: non mollate, perché vogliamo questa legge senza compromessi sulle nostre identità di genere e sui nostri orientamenti.
Dopo gli ultimi violentissimi attacchi, alcuni dei quali nelle ultime 48 ore, vogliamo prendere parola noi come comunità LGBTQIA+ e ribadire: meglio nessuna legge, piuttosto che un testo rielaborato da chi pensa che le nostre esistenze non valgano.
Alle destre e alla new entry Italia Viva diciamo chiaro che rifiutiamo di baciare la mano di chi fino a ieri ci insultava e che sta giocando con le nostre vite per fini strategici. A chi si erge a difensore del movimento LGBTQIA+ attaccando Orban in Ungheria, mentre in Italia si oppone al DDL Zan o appoggia gli emendamenti proposti di Italia Viva, molto graditi proprio a quei partiti che sostengono e sono alleati dello stesso Orban, ribadiamo che nessunə di voi è nostrə alleatə, così come è stato dimostrato anche martedì e mercoledì in Senato.
Il movimento LGBTQIA+ è unito e si autodetermina: siamo stanchə dei giochi a ribasso sulle nostre vite e lo ribadiamo con forza: vogliamo questa legge e anche molto di più. Non ci faremo intimidire né dalle vostre parole, né dalle violenze fisiche e psicologiche che alimentate volutamente per il vostro tornaconto personale.
Vogliamo fare un appello a tutte le realtà politiche di persone disabili, alle realtà transfemministe, LGBTQIA+, ai collettivi e alle associazioni del sociale: il movimento LGBTQIA+ si è ritrovato dopo anni unito e abbiamo visto come la nostra coesione abbia spaventato chi ci vuole divisə, provando a scendere a compromessi sui nostri corpi. Continuiamo a fare rete, a darci sostegno, a far sentire la nostra voce gridando insieme in quelle che saranno settimane di lotta per tuttə noi.
SE TOCCANO UNƏ TOCCANO TUTTƏ