Riceviamo e pubblichiamo un comunicato firmato da diverse esponenti del femminismo italiano, in risposta al comunicato delle realtà “gender critical” diramato nel pomeriggio.
Il testo del comunicato
FEMMINISTE: MANTENERE IDENTITA’ DI GENERE. LA LEGGE ZAN PROTEGGE OGNI PERSONA DALL’ODIO: STRAVOLGERLA E’ ANTISTORICO E DISCRIMINANTE.
«Le donne femministe che sottoscrivono questo comunicato affermano con convinzione che modificare il ddl ZAN sostituendo “identità di genere” in “identità transessuale” sarebbe un grave errore che escluderebbe persone che attendono da anni tutele e giustizia.
Sembra incredibile dover ancora spiegare quanto la proposta di modifica, che circola in queste ore, sarebbe una intollerabile mortificazione per chi non si riconosce in modelli di genere rigidi e precostituiti. Un restringimento di campo che mortificherebbe non solo il grande lavoro politico svolto finora, ma le centinaia di migliaia di persone che stanno sostenendo la legge in ogni modo».
Le femministe non vogliono l’identità di genere? È una fake news
«Una modifica in questo senso vuol dire, peraltro, allontanare sideralmente la politica da tanti/e giovani incapaci di leggere nei giochi di potere che si nascondono dietro queste richieste, ciò che dovrebbe invece stare davvero a cuore al Parlamento: la libertà di essere se stessi/e e il diritto a non essere oggetto di offese, umiliazioni e discriminazioni.
Aggiungiamo infine che siamo davvero stanche di dover spiegare che sono fake news i tentativi di sostenere che le femministe italiane non vogliano l’inserimento nella legge Zan dell’”identità di genere”. Come hanno già più volte dichiarato molte femministe della differenza, e come ribadiscono le firmatarie di questa nota, la posizione antistorica di chi vuole mutilare la legge Zan non fa che danneggiare ogni persona che in questo Paese voglia vivere senza subire odio e violenze.
La legge va approvata così come è stata votata alla Camera. Chi non intende farlo, si assuma questa responsabilità apertamente, spiegando a coloro i quali resterebbero fuori da diritti fondamentali, perché saranno ancora considerati cittadini e cittadine di serie B».
Le prime firmatarie
Susanna Camusso, Lea Melandri, Michela Marzano, Luisa Rizzitelli, Laura Onofri, Maura Cossutta, Graziella Priulla, Jennifer Guerra, Bianca Pomeranzi, Giorgia Serughetti, Azzurra Rinaldi, Marcella Corsi, Mila Spicola, Francesca Romana Guarnieri, Vanessa Vizziello, Sara Alberghini , Stefania Albis, Manuela Manera, Maria Antonietta Macciocu, Nicoletta Billi, Clara Bondesani, Caterina Coppola, Luisella Zanin, Antonella Bellutti, Cristiana Alicata, Chiara Piccoli, Concetta Titty Contini, Simonetta Luciani, Paola Guazzo, Titti De Simone, Nadia Mazzardis, Stefania Graziani, Michela Quagliano, Gabriella Conciu, Giuliana Brega, Anna Sburlati, Maria Cristina Mochi, Bruna Biondo.
(L’elenco delle firme è in aggiornamento).