Sta facendo molto discutere una recente affermazione della ministra della Famiglia Eugenia Roccella a proposito della genitorialità. “Siamo tutti nati da una madre che ci ha partorito e da un padre biologico” ha dichiarato Roccella in una lettera al Corriere della Sera, difendendo le sue parole come “fin troppo scontate”.
Parole che, però, così scontate non sono. Basti pensare alla varietà di famiglie che esistono nella nostra società: affidatarie, adottive, omogenitoriali, figli nati con la fecondazione assistita. Una varietà che, di fatto, le parole di Roccella tagliano fuori.
Alla ministra risponde oggi, con una lettera, Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno. Ecco il testo della lettera.
La lettera di Famiglie Arcobaleno a Roccella
“Cara Eugenia Roccella, vorrei rispondere alla sua affermazione, che rimbalza da giorni sui media, che si nasce tutti da un padre e da una madre. Sono Alessia Crocini e sono la presidente di Famiglie Arcobaleno, una associazione che riunisce genitori e aspiranti genitori LGBTQI+ e che si batte per la piena parità dei diritti dei bambini con due mamme o due papà. Sì, proprio quelli di cui lei, da Ministra della Repubblica, nega l’esistenza.
La nega quando afferma che TUTTI saremmo nati da una madre che ci ha partorito e da un padre biologico. Eppure nel nostro paese da anni sono perfettamente legali i percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita, anche la cosiddetta eterologa. Quei percorsi che le coppie formate da un uomo e una donna possono fare per diventare genitori e superare eventuali problemi di sterilità. Percorsi non solo legali ma pagati dal Servizio Sanitario Nazionale che consentono oggi a coppie eterosessuali di diventare genitori attraverso la donazione di ovuli e seme. E che permettono ogni anno a migliaia di coppie di diventare mamme e papà pur non avendo nessun legame biologico con i propri figli.
Lei pensa quindi che non siano veri genitori? Vere madri e veri padri?”
Coppie diverse, stesso percorso, meno diritti
Ecco, le coppie dello stesso sesso, fanno lo stesso identico percorso in paesi in cui questo è perfettamente legale.
Le coppie di mamme accedono a una donazione di seme in moltissimi paesi europei, partoriscono in Italia bambini che però, a differenza dei bambini nati nello stesso identico modo da una mamma e da un papà, non hanno diritto a vedersi riconosciute entrambe le loro madri dalla legge italiana.
Lei sa meglio di me che da quando esiste la contraccezione le donne hanno potuto decidere se, quando e come diventare madri. Con la diffusione delle tecniche di fecondazione, anche le persone colpite da sterilità possono diventare genitori. Il se, quando e come diventarlo, cara Roccella, non è affar suo ma è nella libertà di ognuno di noi.
Genitori biologici, genitori adottivi, genitori affidatari, genitori intenzionali: sono scelte che riguardano l’intimità di ogni singola persona.
Capacità di procreare non è uguale a genitorialità
Da quando la scienza ci consente di sopravvivere a malattie mortali e di diventare genitori, la genitorialità e la capacità di procreare non vanno sempre di pari passo. Ma questo a ben vedere succede dalla notte dei tempi: i bambini nel mondo sono sempre stati cresciuti, amati, protetti ed educati da chi ha donato loro il proprio patrimonio genetico? È la lotteria del DNA che ci rende genitori o la responsabilità che ci assumiamo nei confronti dei nostri figli di amarli e curarli in ogni aspetto della loro crescita? Ed è proprio quello che la mia associazione chiede da 18 anni: essere riconosciuti come genitori perché anche noi persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender e queer lo siamo, da sempre.
Genitori ogni giorno, ma senza tutele
Siamo genitori ogni giorno della nostra vita e della vita dei nostri figli, anche in assenza delle più elementari tutele legali e a prescindere da quanto del nostro DNA alberghi in loro. Anche in un paese come il nostro dove le stesse istituzioni, e lei ne è un esempio lampante, non perdono occasione per attaccarci e denigrarci.
Cara Roccella, io sono MADRE di un bambino di 8 anni che non ho partorito e con cui non ho legami biologici. Riprendendo quanto scritto da lei: umilmente penso che la paura della morte non si sconfigga con la sicurezza di trasmettere il proprio patrimonio genetico ma con la certezza di lasciare al mondo figli e figlie fortemente voluti e infinitamente amati”.
Alessia Crocini
Presidente di Famiglie Arcobaleno
Associazione di genitori e aspiranti genitori LGBTQI+