È morto ieri in tarda serata, a 87 anni, il filosofo Gianni Vattimo. Una delle voci italiane più influenti e autorevoli nel panorama mondiale. A darne la notizia, il compagno Simone Caminada che sui social, in questi giorni, ha condiviso diverse notizie sullo stato di salute dell’intellettuale scomparso.
Il padre del “pensiero debole”
Come riporta AdnKronos, fu «tra i più noti filosofi italiani e trai massimi esponenti della filosofia ermeneutica a livello mondiale». È stato «tradotto in varie lingue» e «studioso e originale prosecutore del pensiero di Martin Heidegger». Gianni Vattimo teorizzò «l’abbandono delle pretese di fondazione della metafisica e la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica, diventando così il maestro del “pensiero debole” a livello internazionale».
Chi era Gianni Vattimo
Torinese di nascita, classe 1936, è stato amico di Umberto Eco. Militante nell’Azione Cattolica e tra i pionieri della televisione italiana. Gianni Vattimo si specializzò «all’Università di Heidelberg con Hans Georg Gadamer e Karl Löwith». Quindi nel 1964 la docenza nell’Università di Torino, occupando la cattedra di estetica e successivamente di filosofia teoretica. Omosessuale dichiarato, ha cercato nel corso della sua vita di conciliare il suo orientamento sessuale e la sua fede cattolica.