Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della sua amministrazione. Un provvedimento presentato dall’ex candidato per il centro-sinistra Maurizio Caserta e sostenuto dalle associazioni territoriali. Che è stato respinto con 9 voti contrari, 5 favorevoli e con 7 astenuti. Votazione che ha portato la comunità e il movimento Lgbtqia+ cittadino a protestare. Anche in considerazione del fatto che le astensioni – se sommate ai voti favorevoli – avrebbero fatto passare la mozione.
La bocciatura della mozione – intitolata Chiamami col mio nome, con evidente riferimento al famoso film di Guadagnino – è avvenuta il 18 giugno, ma solo nelle ultime ore le organizzazioni arcobaleno cittadine hanno pubblicato i loro commenti sulle rispettive pagine social.
Le dichiarazioni della maggioranza sulla carriera alias
Nel reel pubblicato da Open Catania e dal comitato territoriale di Arci Catania, si possono sentire le motivazioni di un esponente della maggioranza che spiega il perché del no della compagine di destra alla mozione Caserta: «Voterò contrario (sic) alla mozione proposta dal consigliere Caserta per un motivo molto semplice […] questa mozione io credo che anziché abbattere le differenze, le alimenti. È un modo per effettuare un distinguo che ritengo non debba esserci e anzi precisarlo non fa altro che ulteriormente alimentarlo». Per evitare che ci siano non meglio precisate nuove discriminazioni, insomma, si mantengono inalterate quelle vecchie.
La reazione delle associazioni Lgbtqia+ e non di Catania
«Risibili le considerazioni della maggioranza» dichiarano Open Catania e Arci Catania, «naturalmente nemica della nostra comunità». E si legge ancora: «Purtroppo è la destra italiana – estrema, ipocrita e mistificatrice – che a livello nazionale e locale esprime una classe dirigente omofoba e transfobica. E che la destra faccia la destra, non ci stupisce. Gravi le omissioni e le mancanze, invece, di quella parte politica che si dice “friendly” e che poi, astenendosi, fa il gioco del nemico. Se stai all’opposizione ti comporti di conseguenza: votando, su temi che interessano la comunità Lgbtqia+, in modo diametralmente opposto alla maggioranza».
Anche Arcigay Catania è critica sul voto del 18 giugno contro la carriera alias: «Come spiegato dal Consigliere Caserta» si legge sul profilo Instagram, «altri comuni d’Italia hanno approvato l’alias e fra i tanti ricordiamo Milano, Torino, Lecce, Firenze, San Lazzaro di Savona, Reggio Emilia, Bologna e anche un altro comune siciliano, Messina. Anche stavolta nessuna svolta sui diritti delle persone trans e non binarie a Catania».