Intellettuale, filosofo, artista, attivista, rivoluzionario. Non è facile trovare una definizione che calzi alla figura di Mario Mieli, considerato tra i fondatori del movimento lgbt italiano. Autore di “Elementi di critica omosessuale” (la sua tesi di laurea diventata libro e pubblicata da Einaudi nel 1977), Mieli si tolse la vita il 12 marzo del 1983. Oggi il suo pensiero è studiato a livello internazionale nelle università che si occupano di studi di genere. In Italia, dal punto di vista degli studi accademici, è quasi dimenticato, eccenzion fatta per una parte del movimento gay, lesbico e trans nostrano. Inoltre il suo libro non è più stampato. Di lui parlano solo negativamente i detrattori dei diritti delle persone Lgbt etichettandolo come pedofilo.
Il pensiero di Mieli, in realtà, è molto più complesso di così. Nel suo libro parla di “educastrazione” ovvero, semplificando molto, quel processo di educazione che tutti riceviamo e che rende il sesso un tabù fin da bambini, negando completamente la sessualità che in tutte le fasi della nostra vita si sviluppa e ci caratterizza. Il filosofo, infatti, ipotizzava la piena liberazione sessuale dell’individuo sin dalla più tenera età (cosa ben diversa dall’abuso dell’adulto sui minori).
A lui è intitolata la più longeva associazione lgbt romana, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, appunto, fondato proprio nell’anno in cui, appena trentenne, si tolse la vita. Sull’importanza della figura di Mieli ancora oggi, vi rimandiamo a questa intervista realizzata da Vincenzo Branà a Gianpaolo Silvestri, autore di “Oro, Eros e Armonia”, una raccolta di scritti inediti di Mieli. Noi vi proponiamo il video della sua intervista a “Come mai”, trasmissione Rai in onda nel 1977. L’abbiamo scelta perché oggi sembra quasi impossibile che un attivista possa presentarsi vestito da donna in TV a parlare di omosessualtà, femminismo e politica. O no?