Recentemente è stato pubblicato un rapporto su “Genere e Sessualità” del professore e psichiatra Paul R. McHugh e dell’epidemiologo Lawrence S. Mayer, sulla rivista The Atlantis – A Journal of Technology and Society. Il rapporto cerca di descrivere più tematiche che vanno dall’orientamento sessuale all’identità sessuale, dal transgenderismo alla riattribuzione sessuale. In estrema sintesi, si pone come strumento propagandistico contro la comunità Lgbt ponendo in dubbio le evidenze delle ricerche scientifiche attraverso un utilizzo “soggettivo” delle fonti.
Cosa dice il rapporto? I due autori prendendo in esame molti studi scientifici e portano avanti la loro discussione attraverso delle interpretazioni proprie, che non coincidono con il consenso della comunità scientifica sugli stessi temi. Questi, nel particolare, riguardano l’orientamento sessuale di cui tentano di mettere in discussione la sua natura “innata”, dando spazio unicamente ad una spinta sociale e lasciando intuire che possa essere una “scelta” piuttosto che un modo di essere. John M. Bailey e altri autori, in uno studio del 2016, invece, sottolineano come vi sia una difficoltà di base nel testare un rapporto di causa ed effetto per l’orientamento sessuale e come le prove smentiscano la preponderanza di cause sociali.
Sempre in questo rapporto vengono presi in considerazione gli abusi come causa dell’omosessualità mentre, citando sempre Bailey, non si può seguire una linearità logica tra questi eventi e l’omosessualità poiché troppe sono le variabili che intervengono in tali processi. Inoltre, certi studi su abusi ed omosessualità riguardano solo una minoranza di gay, dunque certe associazioni non possono essere generalizzate alla comunità Lgbt. Infine, nel rapporto in questione, si passa a considerare l’identità di genere come un qualcosa di sicuramente complesso, ma che altrettanto sicuramente – qualora non rientra all’interno dell’eteronormatività – potrebbe creare disagio o problemi psico-sociali.
In realtà, l’articolo non è uno studio, ma una revisione e sintesi di studi empirici. Che differenza c’è? Gli studi scientifici si basano un’ipotesi da verificare attraverso una metodologia scientifica, rigorosa e replicabile. Successivamente i risultati, elaborati attraverso test statistici, permetteranno di confermare o confutare l’ipotesi di partenza. Dunque, i risultati verranno interpretati in base anche alla letteratura scientifica corrente. Le revisioni come quella presentate da The Atlantis sono raccolte sistematiche di più teorie e studi, anche importanti, relativamente e più argomenti. Ma il rapporto in questione non è uno studio scientifico, bensì assume più la forma di un saggio. Ancora sulla scientificità: questo rapporto rimane nell’area del divulgativo (e come abbiamo visto, propagandistico). Perché la rivista su cui è uscito è solo indicizzata, questo vuol dire che non ha l’impact factor che vantano invece le riviste scientifiche internazionali. Si tratta di un “fattore” numerico che permette di determinare il grado di rilevanza scientifica della rivista e di ciò che pubblica all’interno della comunità scientifica internazionale, dunque il suo valore.
Altro punto debole è la scelta di far analizzare il rapporto a due riviste che sostengono una la tradizione morale giudaico-cristiana, l’altra alcuni valori conservatori. Ciò diviene un limite essenziale al rapporto in quanto la scientificità di un articolo deve derivare anche da una policy neutrale delle riviste e che passi sotto un attento controllo (“referaggio”, in gergo) degli studi che vengono presentati. Dunque, avere un approccio attento e critico a ciò che si legge permette sempre di poter comprendere meglio la natura dell’informazione. Relativamente alle tematiche trattate dal rapporto, una review scientifica recente e particolarmente interessante è quella dei già citati Bailey et al., Sexual Orientation, Controversy, and Science, (Psychological Science in the Public Interest 2016, Vol. 17(2) 45–101) che non è stata neanche presa in considerazione da McHugh e Mayer.
Quello che sembra emergere, però, quasi passando in sordina, è qualcosa che alla comunità LGBT potrebbe davvero interessare. Il sito Provita, scrivendo circa il rapporto di McHugh e Mayer elenca ciò che è stato riscontrato dall’analisi. E recita: l’ideologia gender, secondo la quale l’identità di genere sarebbe indipendente dal sesso biologico e innata è – appunto – un’ideologia che non trova riscontro nella ricerca scientifica. Di una cosa bisogna dare atto. Che l’ideologia non è mai scientifica. Allora bisognerebbe capire chi sono i responsabili che hanno diffuso informazioni false sui progetti di educazione sessuale nelle scuole facendo circolare l’idea di una “ideologia gender” che non esiste. Perché, su questo, forse adesso, siamo tutti d’accordo.
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