Favria, in provincia di Torino, è l’ennesimo comune in cui un sindaco si mette di traverso per impedire la celebrazione delle unioni civili dei suoi cittadini. Due ragazzi si sono rivolti al comune per potersi unire civilmente in base alla nuova legge 76/2016, ma il sindaco del paesino di 5200 abitanti, Serafino Ferrino (al centro nella foto in alto), ha detto no. Non solo non celebrerà lui, ma non intende nemmeno delegare alcuno. “Non è una sfida alla legge – afferma paradossalmente il primo cittadino, secondo quanto riporta l’Ansa – solo che non me la sento di andare contro precisi dettami etici che mi appartengono. E in questa posizione sono certo si trovino tantissimi sindaci in Italia”.
“Il matrimonio non è stato impedito – precisa il primo cittadino – ma non ho intenzione di delegare nessuno. Questa legge è un errore e non vedo perché un sindaco debba essere obbligato a rispettarla andando contro i propri principi etici”. Alla coppia è stato proposto che a celebrare la loro unione sia il responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune che è autorizzato a farlo senza la delega del sindaco. Nel caso in cui anche il funzionario dovesse rifiutarsi, alla coppia restano due alternative: chiedere al primo cittadino di un altro comune di celebrare la loro unione oppure ricorrere alla giustizia denunciando il sindaco per omissione di atti d’ufficio, cosa che possono fare in ogni caso, dato che siamo in presenza di una violazione della legge. Ferrino è stato eletto nel 2012 con la lista civica “Per Favria”.
LE REAZIONI
Per il Coordinamento Torino Pride si tratta di “una presa di posizione gravissima”. “Direi che a questo punto – afferma il Coordinatore Alessandro Battaglia, appena riconfermato durante l’ultimo congresso del 21 settembre scorso – sia chiara l’intenzione vessatoria e omofoba del primo cittadino che agendo apertamente contro la legge, tramite una dichiarazione giuntaci tramite agenzia, evidenziando inoltre una certa confusione quando afferma di non voler sfidare la legge”. “Il Coordinamento – conclude Battaglia – è pronto a qualsiasi azione di protesta e, se del caso, ad agire le vie legali per la tutela dei diritti dei cittadini coinvolti”.
“Troviamo imbarazzante che il Sindaco si celi dietro l’obiezione di coscienza, non trovando altro modo per impedire l’unione – commenta Francesca Puopolo, Presidente di Arcigay Torino -. Nessun principio etico viene messo in discussione dall’applicazione della legge, né questo può essere impugnato per impedire che l’unione tra due persone che si amano possa realizzarsi. La società cambia e con essa nascono nuove famiglie, che hanno la stessa dignità a prescindere dalla loro composizione; chi si oppone idealmente al riconoscimento di tali famiglie è fuori dalla storia“. “Chiediamo dunque al Sindaco Ferrino di riflettere sulle sue affermazioni e di celebrare questa unione – conclude Puopolo – se il Sindaco si arroccherà sulle proprie posizioni, ci proponiamo di celebrare noi stessi l’unione civile“.