“Sì, sarò io a ratificare la prima unione civile a Oderzo perché io rispetto la legge”. Così la sindaca leghista di Oderzo Maria Scardellato, spacca il fronte dei primi cittadini del Carroccio che, finora, si sono distinti per la loro ferma opposizione alla legge sulle unioni civili. “Non ho ricevuto nessuna imposizione a questo riguardo – ha spiegato la sindaca a La Tribuna di Treviso -. Se altri sindaci hanno fatto obiezione di coscienza non lo so, forse si tratta di sindaci maschi noi donne siamo più pratiche. La legge non vieta le unioni civili, e io vado tranquilla”.
In realtà tra i primi cittadini che si sono appellati all’obiezione di coscienza c’è anche Susanna Ceccardi, compagna di partito di Scardellato e sindaca di Cascina, in provincia di Pisa, che ha nominato un team di legali per verificare la possibilità di opporre questioni di coscienza per rifiutarsi di celebrare unioni civili. Una verifica che quasi certamente andrà a vuoto perché, come abbiamo più volte spiegato, l’obiezione di coscienza deve essere espressamente prevista dalla legge sulla quale la si vuole invocare e quella sulle unioni civili non la prevede.
Lunedì prossimo, dunque, la prima cittadina unirà civilmente due abitanti del suo paese, Andrea Sara e Pasquale Nigro scegliendo c osì di non dare seguito alle dichiarazioni del suo segretario di partito. All’indomani dell’approvazione della legge, infatti, Matteo Salvini si era rivolto a tutti i sindaci della Lega chiedendo loro di rifiutarsi di celebrare unioni tra persone dello stesso sesso.