Nelle sale del circuito UCI Cinemas viene proiettato uno spot contro la gestazione per altri promossa da una nota organizzazione omofoba. A seguito delle prime polemiche, la campagna è stata temporaneamente ma, ha spiegato l’azienda, “effettuate le dovute e opportune verifiche, il Circuito ha deciso di riammetterla”. Questa è la nostra lettera aperta rivolta ad UCI Cinemas.
UCI Cinemas, da che parte state? Le mezze misure non ci piacciono. E, perché sia subito chiaro, non ci piacciono nemmeno le pacche sulle spalle, soprattutto quando poi si strizza l’occhio a persone dalla dubbia onestà intellettuale che vorrebbero decidere non solo del proprio corpo e delle proprie vite, cosa assolutamente legittima, ma anche di quelle di tutti gli altri.
Per questo, quando leggiamo che nelle vostre sale, magari subito prima di un film per giovani o bambini, vengono proiettati spot promossi da realtà che hanno il solo scopo di alimentare conflitti e disuguaglianze nei confronti della comunità lgbt, la domanda sorge spontanea: UCI Cinemas, da che parte state?
La scorsa primavera abbiamo assistito alla discussione sulle unioni civili. Per la prima volta lo Stato ha riconosciuto quello che nella società è palese già da tempo.: la famiglia patriarcale non esiste più. Gli affetti e l’amore non sono tradizioni in bianco e nero ma un arcobaleno di colori da vivere: lo hanno compreso anche le aziende che, per la prima volta in Italia, sono scese in campo insieme a sostegno dell’uguaglianza e dell’inclusività. Quindi, UCI Cinemas, da che parte state?
La domanda è tutt’altro che tardiva dato che la strada per l’uguaglianza è ancora lunga. Lo sanno bene le famiglie arcobaleno e i lori figli che il parlamento ha deciso di sacrificare in nome del “compromesso” e delle pressioni di coloro che ora trovano vetrina nelle vostre sale.
Cosa ne pensano i vostri clienti quando avallate le tesi di chi vuole decidere cosa una donna deve fare con il proprio utero, decidere come e quando bisogna fare figli, decidere quali bambini hanno diritto ad essere tutelati e quali no, decidere come bisogna vivere e, non ultimo, come bisogna morire? Cosa ne pensano i clienti quando vedono che date spazio a chi, ogni giorno, insulta il proprio figlio gay, la propria sorella lesbica, l’amica o il collega trans?
Chissà se vi siete posti queste domande e vi siete dati una risposta.
Non basta più sorridere alla comunità lgbt con un post su Facebook, per poi andare a cena con chi la vorrebbe nascosta, muta e senza diritti.
UCI Cinemas, da che parte state? Fateci sapere la vostra scelta. Di cinema, in Italia, ce ne sono tanti: questo i clienti lo sanno e saranno pronti a scegliere di conseguenza.
[Gaypost resta a disposizione dell’azienda per ricevere e pubblicare un’eventuale risposta]