“Per la prima volta nella storia della NASA, la metà della nuova classe di astronauti/e è composta da donne!”. Così il sito Mighty Girls, che si occupa di promuovere l’empowernment femminile soprattutto nelle scienze, annuncia quello che diventerà un fatto storico. Sono otto, in tutto, i membri del team di astronauti/e della Nasa e quattro di loro sono donne, per la prima volta con una percentuale del 50 per cento.
Sono Christina Hammock Koch, Nicole Aunapu Mann, Anne McClain e Jessica Meir, selezionate tra 600 aspiranti astronauti e astronaute. I loro nomi si aggiungono ai 58 di altre donne che hanno già viaggiato oltre l’atmosfera terrestre a bordo di un’astronave. E la cosa più interessante è che probabilmente saranno le prime appartenenti al genere umano a mettere piede su Marte.
Le quattro astronaute, dopo essere state accettate al programma di addestramento nel 2013, hanno superato un anno e mezzo fatto di intensi test fisici e psicologici. L’addestramento, spiega il sito, comprende abilità di pilotare jet supersonici alla pratica di camminate nello spazio simulate sott’acqua passando per i test in assenza di gravità. Inoltre hanno studiato robotica, la meccanica della stazione spaziale e altro hardware specifico e discipline scientifiche necessarie perché chi viaggia nello spazio sia in grado di gestire qualsiasi situazione o emergenza che possa verificarsi.
“Non stabiliamo prima quante persone di un determinato genere sceglieremo, ma queste erano le persone più qualificate tra quelle che abbiamo intervistato” ha spiegato Janet Kavandi, vicedirettora del Glenn Research Center della NASA.
“Sono persone che hanno lavorato in modo incredibilmente duro per raggiungere questo risultato – ha aggiunto Chris Cassidy, capo dell’Astronaut Office al Johnson Space Center dell’agenzia spaziale statunitense a Houston -. Per molti è il coronamento della dedizione di una vita intera e della perseveranza. Siamo orgogliosi di averle nel corpo astronauti della NASA”.
Si tratta, tra l’altro, del primo team addestrato per un futuro atterraggio su Marte. “L’idea dell’esplorazione è sempre stata parte dell’esperienza umana – ha commentato l’astronauta Jessica Meir -. Cercare di capire il nostro posto nell’Universo e quello che mi guida più di ogni altra cosa”. “Se andremo su Marte – le ha fatto eco Anne McClain – significherà rappresentare tutte le nostre specie in un posto in cui non siamo mai stati prima. È l’obiettivo più alto che il genere umano possa raggiungere. Con tutti i conflitti che ci sono nel mondo, esplorare lo spazio può essere una luce di speranza. A nessuno interessano la razza o la religione o la nazionalità, in un viaggio spaziale. Siamo tutti parte della Squadra Umana“.