Da domani in vendita in 2800 farmacie italiane il test per l’autodiagnosi dell’HIV, una scelta non casuale, quella della data, considerato che l’1 dicembre si celebra la Giornata Mondiale di Lotta all’HIV-AIDS. Il costo sarà pari a 20 euro, sarà venduto ai e alle diciottenni e non sarà necessaria alcuna prescrizione medica. Fare il test è semplicissimo. Si tratta di prelevare una goccia di sangue dopo aver punto un polpastrello e farla cadere sull’apposita striscietta. Serviranno 15 minuti circa per avere il risultato. A presentare l’iniziativa alla Camera dei Deputati c’era Rosaria Iardino, presidente della Fondazione Onlus The Bridge, insieme a Mylan S.p.a che produce il test e NPS Onlus . Secondo Iardino, “il test non sostituisce gli esami che si possono fare in ospedale, ma è un’opportunità in più per contrastare un fenomeno sommerso, quello delle diagnosi tardive da Hiv, che in Italia si stima siano tra le 6mila e le 18mila persone”.
A raccomandare il test è direttamente l’OMS “come modo innovativo per raggiungere più persone con HIV e contribuire a realizzare l’obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con HIV entro il 2020″.
Il test ha un’affidabilità vicina al 100 per cento, ma vale la stessa regola che si applica a quelli che si possono fare in ospedale: è necessario che passino 90 giorni dal momento in cui si suppone di essere stati contagiati a quello in cui si esegue il test perché la produzione di anticorpi sia tale da segnalare la presenza del virus.
L’affidabilità non totale implica che possono esserci degli errori nei risultati sotto forma di “falsi positivi”. È quindi utile, una volta fatta l’autodiagnosi, sottoporsi ai test in ospedale.
Si calcola che in Europa, 1 persona su 7 non sappia di avere contratto l’HIV, mentre in Italia si stima che siano tra le 6.500 e le 18.000 le persone con HIV non diagnosticata. Per questo, fare il test ha un’importanza determinante: una volta appurato il contagio, seguire la terapia antiretrovirale e i protocolli necessari permettono di condurre una vita normale e di ridurre la carica virale fino a renderla “undetectable” cioè non rilevabile.
In Italia, le regioni con l’incidenza più alta sono il Lazio, la Lombardia, la Liguria e l’Emilia-Romagna e nel 77,4 per cento dei casi riguarda maschi, mentre la fascia d’età con l’incidenza maggiore è quella tra i 25 e i 29 anni.
Secondo quanto riporta il Quotidiano Sanità, dei casi diagnosticati nel 2015, l’85,5 per cento è attribuibile al sesso non protetto, siano essi tra partner di sesso diverso (44,9%) o dello stesso sesso (maschi che fanno sesso con maschi, pari al 40,6%)