Parla di “oliata macchina del fango”, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali che interviene sulla vicenda del ragazzo di 13 anni tolto ai genitori con un provvedimento del Tribunale per i Minori di Venezia. In una nota diffusa ieri, l’Ordine rivendica e difende il lavoro degli assistenti sociali che hanno seguito il caso.
Le parole del presidente del Consiglio dell’Ordine
“Chi ha voluto utilizzare argomenti utili solo a condizionare l’opinione pubblica a pochi giorni dalle decisioni che a breve dovranno essere adottate dalla Magistratura, ha stralciato e decontestualizzato intere parti del provvedimento del Tribunale dei Minorenni cercando di dimostrare, pur se falso, l’indimostrabile – ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale Gianmario Gazzi -: il minore, infatti, non è stato affatto allontanato dalla famiglia perché mostrava atteggiamenti effeminati, ma in quanto nella famiglia erano venute a mancare le condizioni minime necessarie per la sua crescita equilibrata”. Un aspetto, quello delle condizioni generali della famiglia in questione, che Gaypost.it aveva già posto all’attenzione dei lettori.
Contro i media e chi strumentalizza
Gazzi attacca “le ardite campagne di stampa che da anni qualcuno, interessato, conduce facendo del dileggio, dell’insulto, dell’insinuazione e della intimidazione le sue armi preferite”.
Non risparmia neanche i media, il presidente. “Misura e cautela avrebbero suggerito i necessari approfondimenti critici con le opportune verifiche di merito con tutte le controparti – incalza Gazzi -e non solo accettando la versione, interessata, di una sola. Il danno, ormai, è stato compiuto: primo fra tutti aver violato la doverosa protezione di un minore, previsto dalle norme e dai codici deontologici. Un’altra occasione persa, tra l’altro, per dimostrare il reciproco rispetto e la reciproca conoscenza dei ruoli e delle funzioni delle diverse figure professionali di quanti operano su questi delicati argomenti”.