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“Affitto solo a studenti puliti e coppie etero”: niente casa per due ragazze lesbiche

Uno scambio di messaggi in chat, per concordare una visita di un appartamento. Rita deve prender casa, a Napoli, e ha letto un annuncio. Contatta la proprietaria del locale e tra le due comincia una chiacchierata. Tutto come da copione: è normale, infatti, che la “padrona di casa” sappia a chi sta affidando la sua proprietà. Un po’ meno normale la risposta che le dà non appena scopre che Rita è lesbica.

La chat per la casa in affitto

Infatti, durante la chiacchierata, la proprietaria chiede a Rita se la ragazza con cui vuole prendere l’appartamento sia la sua fidanzata o meno. Rita dà conferma. E lì succede il fattaccio: la signora dice che affitta solo a studenti puliti e referenziati e a coppie eterosessuali. E a nulla valgono le rimostranze della ragazza. Significativa, per altro, l’associazione che la donna fa riguardo all’inquilino modello. O eterosessuali, o studenti “puliti”. Come se a esser lesbiche fosse una cosa sporca.

La reazione della donna

La chat tra la ragazza e la proprietaria

«Mi sento davvero triste, arrabbiata e sconvolta» ha dichiarato Rita a Open «dal fatto che una persona nel 2022 abbia il coraggio di scrivere palesemente che nel suo appartamento possono alloggiare solo eterosessuali: ma scherziamo? Non sono una stupida e sono sicura che c’è gente su gente che pensa queste cose ogni giorno, la questione sconvolgente è che questo malsano pensiero venga esplicitato come un commento qualsiasi».

«Davvero assurdo» è la reazione di Daniela Lourdes Falanga, presidente di Antinoo Arcigay Napoli. Che dichiara: «Una riflessione profonda va fatta su quanto, in questi mesi, Napoli stia perdendo in ambito culturale e di accoglienza. Una metropoli che negli anni ha visto illuminare le battaglie per le libertà civili, sta adesso retrocedendo e sta paurosamente lasciando a chiunque il libero arbitrio del sano e dell’insano».

La comunità saprà essere accanto alle due ragazze?

Tutto questo accade, va ricordato, mentre dentro la comunità infuriano le polemiche per un manichino portato “in processione” al pride di Cremona. Chissà se lo sdegno collettivo sarà uguale al perbenismo che certa parte della comunità ha dimostrato, contro un atto sicuramente irriverente e forse anche di cattivo gusto, ma pur sempre di libertà di espressione. Chissà se la comunità si stringerà attorno a Rita e alla sua compagna, mostrando la stessa determinazione e la stessa intransigenza.

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