Sarebbero 14 le persone Lgbt torturate e uccise in Cecenia nell’ultimo mese. A dichiararlo il presidente dell’associazione Russian LGBT Network Igor Kochetkov.
Secondo quanto riportato in una nota stampa diffusa dall’associazione Lgbt: la reclusione, la tortura e la morte di queste 14 persone sarebbe avvenuta tra il 6 dicembre 2018 e il 22 gennaio 2019.
Per la precisione, afferma Kochetkov, queste 14 persone sarebbero state detenute tra l’ufficio di polizia numero 2 della città di Grozny (precisamente nel distretto di Zavodskoy) e il palazzo del ministero degli interni.
“I prigionieri sono stati brutalmente picchiati” affermano gli attivisti “sessualmente abusati e torturati con scariche elettrice. Forzate inoltre a firmare fogli in bianco” .
La semiclandestina associazione di attivisti Lgbt che si sta occupando dei superstiti e raccoglie le denunce sulle prigioni segrete dove vengono torturate le persone accusate di essere omosessuali, questa volta fa anche il nome di una delle vittime: Bekhan Yusupov. Igor Kochetkov avrebbe inoltre inviato al Comitato Investigativo della Federazione Russa i dati personali di un cittadino russo, ucciso dagli ufficiali della polizia cecena tra il primo gennaio e il 20 gennaio.
Dalla fine di dicembre 2018, si legge nella nota di Russia Lgbt Network, sarebbe 23 le persone che si sono rivolte all’associazione riportando testimonianze nuove sulla detenzione delle persone LGBT torturate e uccise in Cecenia. Testimonianze che confermano una nuova ondata di persecuzione.
L’associazione Russian LGBT Network dall’aprile 2017 lavora per salvare le persone LGBT in Cecenia. Fino ad oggi circa 150 persone sono state portate via dalla regione del caucaso e 130 hanno trovato rifugio fuori dalla Russia.
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