Vi ricordate la coppia di Sallavena, Verona, che costruì una recinzione di due metri dopo aver subito attacchi omofobi? Adesso potranno avere anche la video sorveglianza. Come? Grazie alle raccolte fondi su Facebook.
La barriera di protezione che Angelo Amato e il suo compagno Andrea Gardoni avevano eretto a protezione della loro abitazione aveva destato qualche polemica. La coppia si era ritrovata costretta a prendere provvedimenti dopo essere stati più volte bersaglio di attacchi omofobi. La prima volta era successo a Bra, in piazza. Poche settimane dopo una tanica di benzina era stata rovesciata davanti all’uscio di casa. Svastiche e la scritta «Vi metteremo tutti nelle camere a gas» erano comparse sulla loro auto e sul muro.
Anche durante il corteo di Verona in occasione del Congresso mondiale delle famiglie i nomi di Amato e Gardoni erano apparsi in alcuni cori quantomeno ingiuriosi.
Per contrastare questi episodi Angelo Amato e Andrea Gardoni avevano deciso di costruire una barriera alta due metri, fatta di lamiera color ruggine posta a protezione dell’abitazione. Scelta, questa, che non apprezzata dall’amministrazione comunale di Grezzana, Verona, comune di residenza della coppia. Dall’ufficio edilizia privata, infatti, era arrivata alla coppia una comunicazione in cui si chiedeva il ripristino della facciata, dichiarando di fatto abusiva la barriera costruita da Amato a Gardoni.
«Verrà anche lanciata una petizione per chiedere la possibilità di mantenere in piedi la barriera che abbiamo costruito, in particolare perché siamo stati costretti a erigerla per questioni di sicurezza. Siamo pronti a pagare ogni sanzione prevista, l’importante è che la barriera rimanga», aveva detto la coppia ai quotidiani locali.
Non solo la petizione, per sostenere Andrea Amato e Angelo Gardoni e per garantire loro maggiore sicurezza, gli amici Damiano Bonato e Giunia Lomonaco avevano lanciato una raccolta fondi sui social per porter installare un sistema di video-sorveglianza. Al quotidiano locale L’Arena avevano così spiegato le motivazioni del loro gesto: «Sfruttando la possibilità che dà Facebook di proporre raccolte fondi per scopi personali, ne abbiamo realizzata una per Andrea e Angelo, vittime dell’omofobia, perché vogliamo regalare loro un sistema di video sorveglianza», spiega Bonato. «Ascoltando i loro racconti, abbiamo capito il terrore che stanno vivendo, fanno i turni di notte per dormire, sono spaventati. Così abbiamo deciso di aiutarli. È una battaglia di valori. Vogliamo fare un piccolo passo per cambiare qualcosa nella società».
Grazie alla raccolta fondi lanciata dagli amici della coppia sul social network di Mark Zuckerberg sono stati raccolti settemila euro e l’impianto di video sorveglianza è stato costruito.
La raccolta fondi a favori di Angelo e Andrea è stata una delle più fruttuose in Italia. L’altra è quella che ha portato alla donazione di un defibrillatore al comune di Cefalù per 1.500 euro.
Questi e altri dati pubblicati proprio dalla piattaforma bianca e blu di Palo Alto.
Secondo i dati di Facebook oltre 45 milioni di persone hanno usato il social network per sostenere un’organizzazione o una causa. A quattro anni dall’introduzione dello strumento donazioni, spesso utilizzato per i regali di compleanno, la piattaforma ha comunicato di aver raccolto due miliardi di dollari. Tra questi ben un miliardi arriva da chi, come detto sopra, ha chiesto ai suoi contatti di elargire una donazione per il proprio compleanno. Non ci sono dati specifici per l’Italia, ma gli esempi di Cefalù e della video sorveglianza per Andrea e Angelo sono evidentemente abbastanza rilevanti da meritare di essere citati nel comunicato di Facebook.
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