In quella che con ogni probabilità è l’ultima settimana davvero operativa di questo parlamento (si parla di indizione delle elezioni a breve), ieri sera il Senato ha approvato definitivamente la legge che tutela i figli delle vittime di femminicidi e crimini domestici.
Relatrice, a Palazzo Madama, la senatrice Monica Cirinnà che ha salutato l’approvazione con due tweet: “Orgogliosa di dare tutela e diritti a minori travolti da terribili tragedie come orfani di femminicidio”. E ancora: “Un’altra legge per i diritti”.
Il testo, proposto dal deputato Roberto Capelli (Centro Democratico), introduce misure concrete in favore dei figli di chi viene ucciso dal coniuge, dal convivente o dal partner dell’unione civile, anche se queste relazioni sono finite. Per la prima volta, tra l’altro, una legge dello Stato contempla l’esistenza di figli in una unione civile, quindi in una coppia formata da uomini o da donne.
Tra le tutele previste, il patrocinio gratuito per costituirsi parte civile contro l’assassino del genitore, il diritto a percepire la parte della reversibilità che, altrimenti, viene versata al coniuge superstite (oltre a quella già destinata ai figli) e un risarcimento dei danni civili. Sono previsti, inoltre, sostegno psicologico, supporto scolastico, assistenza medica e la copertura di eventuali spese sanitarie. “C’è infine un importantissimo articolo, il decimo – ha spiegato Cirinnà nella relazione in aula -, che dà attenzione alla continuità degli affetti, snellendo tutte le norme di affido e adozione, in primis agli zii o ai nonni, che ancora rendono questi istituti farraginosi e di difficile applicazione”.
A decorrere da quest’anno, il Fondo per le vittime di mafia, usura e reati intenzionali violenti viene esteso anche agli orfani dei crimini domestici con un’aggiunta di 2 milioni di euro destinati a finanziare borse di studio e di reinserimento nel mondo del lavoro. Le tutele sono valide per i figli minorenni o maggiorenni e non economicamente autosufficienti. Inoltre, se i figli portano il cognome del genitore condannato, possono cambiarlo.
Fin dal rinvio a giudizio, il coniuge, convivente o partner dell’unione civile non riceverà la sua quota di reversibilità della pensione che, come detto, viene stornata agli orfani senza obbligo di restituzione. Se il caso viene archiviato o l’imputato prosciolto, ricomincerà a percepire la reversibilità e lo Stato restituirà quanto non percepito in precedenza nel caso in cui non ci sino figli a cui è stata stornata. Inoltre, se l’imputato viene condannato o patteggia la pena, esce automaticamente dall’asse ereditario. Le pene carcerarie prevedono l’ergastolo, se il matrimonio, la convivenza o l’unione civile sono ancora in corso, e scendono a un tempo che varia da 24 a 30 anni se i due erano separati o divorziati.
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