L’omofobia è una cosa orribile, quando avviene in famiglia assume contorni ancora più terribili. Un uomo di Arborea, in provincia di Oristano, ha deciso di rompere la catena di insulti e vessazioni ricevuti da sua madre e da suo fratello: ora la vicenda è finita in tribunale.
P.P., queste le iniziali dell’uomo secondo L’Unione Sarda, avrebbe subito per almeno tre anni insulti e umiliazioni da parte della madre e del fratello. La vittima, sposato e con tre figli, avrebbe fatto coming out solo quale anno fa, parlandone in primis con la moglie. Quest’ultima avrebbe accettato con serenità il coming out del marito.
Lo stesso evidentemente non è stato per la madre e per il fratello di P.P. che pare non abbiano mai accettato la sua nuova relazione con un uomo.
P.P., che di lavoro fa l’allevatore, ha raccontato al quotidiano sardo che sua madre «disse che non voleva un figlio omosessuale, che per lei ero morto e che avrebbe fatto in modo di portarmi via i bambini».
Poi, in un crescendo di insulti, la frase che fa gelare il sangue, soprattutto se detta da una madre: «Mi diceva che solo il suicidio avrebbe lavato il disonore che stavo creando alla nostra famiglia».
Sono parole talmente pesanti che P.P. pensa davvero al suicidio, soprattutto quando da parte della madre arrivano accuse di prostituzione e pedofilia. La goccia che fa traboccare un vaso già colmo arriva quando la donna dice ai figli di P.P.: «ai tempi di Hitler quelli come il babbo finivano nelle camere a gas e diventavano saponette».
Poi è stato il momento delle percosse e le minacce di morte.
P.P. dice basta e insieme all’avvocata Romina Marongiu si costituisce parte civile contro la madre e il fratello. Naturalmente, la denuncia parla di stalking e non di omofobia, dato che non c’è una legge che la condanni. La linea della difesa sta provando a sviare l’attenzione su questioni economiche. La madre ha dichiarato: «Non ho mai saputo nulla dell’omosessualità di mio figlio, me lo ha detto a bruciapelo senza darmi il tempo di capire. Non è colpa mia se non riesco a concepirlo, sono una donna all’antica».
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