È arrivato il momento di arrendersi all’evidenza: l’amata creatrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, è una terf, una femminista radicale trans-escludente. La sua timeline di Twitter ne è una prova, soprattutto dopo il suo ultimo tweet.
Proprio sul social dei cinguettii, Rowling ha scritto che le persone possono «vestirsi come vogliono. Chiamarsi come vogliono. Andare a letto con qualsiasi adulto consensuale che ci stia. Ma non costringere le donne a lasciare il loro lavoro per aver detto che il sesso è una cosa reale. #ISTANDWITHMAYA».
Maya, per chi se lo stesse chiedendo, è una famosa terf britannica. Esperta di tasse al Centre for Global Development, è stata licenziata dopo che il suo datore di lavoro ha scoperto alcuni sui tweet offensivi. I tweet se la prendevano in modo particolare con le donne trans, con frasi come «gli uomini non possono trasformarsi in donne». Secondo la donna le discriminazioni contro le donne trans potrebbero «urtare i sentimenti degli uomini». Forstater ha subito fatto ricorso, affermando che le sue posizioni sono protette dall’Equality Act. Il giudice, però, ha sancito che essere transfobici non merita tutela e che il suo punto di vista «crea un ambiente degradante, intimidatorio, ostile, umiliante e offensivo»: il datore di lavoro aveva quindi tutto il diritto di licenziarla.
Le terf d’oltre Manica stanno affermando di essere vittime di un sistema che “qualche volta” (hanno detto proprio così) punisce la transfobia e hanno iniziato a usare l’hashtag incriminato per esprimere queste idee. Le prese di posizione terf di J.K. Rowling era state oggetto di speculazioni per anni. Lo scorso gennaio un utente twitter aveva scovato un suo like a un tweet in cui le donne donne trans venivano chiamate «uomini travestiti». La scrittrice aveva bollato quell’episodio come una «maldestro momento dovuto alla mezza età», affermando di aver tenuto in mano il telefono in maniera errata e di aver messo mi piace mi sbaglio. Chissà che scusa troverà questa volta.
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