La notizia è circolata ieri, sui maggiori quotidiani nazionali. Il Corriere.it titolava “Roma, il pornodivo sale in cattedra: Carlo Masi docente alla Sapienza”, riportando: «Dopo una brillante carriera come attore gay, Ruggero Freddi (vero nome dell’attore, ndr) si è laureato per la seconda volta e ha vinto un dottorato di ricerca. Ora terrà un ciclo di lezioni di Analisi 1 a Ingegneria clinica». Articolo che ha attirato le attenzioni di altri giornali, tra cui La Verità di Belpietro, che ha raccontato la storia con lo stile che lo contraddistingue.
Il periodico fondato dal giornalista berlusconiano – di ferro, va ricordato – riporta la notizia sul taglio alto della prima pagina: «Nuovi insegnanti in cattedra all’università La Sapienza» si legge, per poi continuare «quello di ingegneria è il secondo della foto». Il testo è corredato da un’immagine in cui si vedono tre uomini in una scena di sesso, tratta con ogni evidenza da un film porno. In un trafiletto, ancora più a destra, si riporta il nome di Ruggero Freddi di cui si ricorda la precedente carriera cinematografica nelle produzioni hard.
Risulta già abbastanza pruriginoso il titolo del Corriere – che, ricordiamo, è tra le testate più politically correct nei confronti della questione Lgbt italiana, pur con qualche zona d’ombra – per tacere della confusione tra “attore gay” e “attore porno”: ennesima riduzione della soggettività e della complessità delle persone omosessuali alla mera dimensione erotica. Siamo alle solite, insomma. Ciò di cui non si sentiva proprio il bisogno è il carico da novanta della testata di Belpietro che sembra porre al centro della scena l’attività di Freddi (indagata a fondo dalla redazione, a giudicare dalla cura con cui sono state scelti i fermo immagine da pubblicare) con lo scopo di screditarne le capacità intellettuali e la liceità della sua presenza nel consesso accademico.
Raggiunto al telefono da Gaypost.it, Ruggero Freddi ha definito la prima pagina del quotidiano di Belpietro “brutta e volgare”. “È brutta. E non c’è crimine peggiore della bruttezza, come diceva Wilde – commenta -. La notizia è presentata in modo volgare”. “No, non mi pento di quello che sono stato e di quello che ho fatto. Sono fiero di essere stato giovane – continua -. È successo al momento giusto: quando ero un bel ragazzo, giovane e spregiudicato. Oggi ricopro un ruolo più adatto alla mia età e per il quale ho i titoli”.
E poi annuncia che vuole organizzare un convegno alla Sapienza. “Il codice etico dell’Ateneo prevede il contrasto ad ogni forma di discriminazione – spiega – per questo ho chiesto alla segreteria l’autorizzazione e il patrocinio per un convegno che voglio organizzare per l’1 dicembre, che è la giornata mondiale contro l’Aids/Hiv. E specialmente alla luce di quanto successo, mi aspetto una risposta positiva: il silenzio delle istituzioni non può essere una risposta“.
Ancora una volta, il moralismo è elevato a parametro di valutazione. Atteggiamento molto stupido: si giudica una persona non per le sue qualità, ma in base all’idea che ci si fa della stessa. Idea viziata da credenze e convinzioni personali. Tutti gli ingredienti del pregiudizio, insomma. Di Freddi non dovrebbe importare quanto assomigli al suo alter ego cinematografico: dovrebbe essere importante capire se ha i titoli e le conoscenze per ricoprire quell’incarico. E allo stato attuale tutto lascia presupporlo (ha due lauree ed ha vinto i concorsi previsti). La Verità, invece, sembra più interessata a quello che fa Carlo Masi – non Freddi – con ciò che ha tra le gambe. Curiosità lecita, ok. Ma che ha poco a che fare col giornalismo. Ditelo a Belpietro o a chi cura i titoli del suo giornale.
La famiglie sono tutte diverse. I diritti, invece, devono essere tutti uguali. E' questo il…
La notizia è di pochi minuti fa: Torino ospiterà l'Europride a giugno del 2027. Per…
Una bufala che sta circolando, durante queste Olimpiadi, è quella del “not a dude”. Stanno…
Ammetto che ieri guardavo un po’ distrattamente la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Parigi. Sono…
Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della…
Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni…