Dopo Pistoia, anche anche il Tribunale di Bologna [qui il testo completo dell’ordinanza] conferma l’applicabilità dell’articolo 8 della legge n.40/2004 nel caso di una coppia omogenitoriale chiedendo al Comune di residenza di inserire entrambe le mamme sull’atto di nascita. Il caso vede protagonista una coppia di giovani mamme unite civilmente che, dopo un percorso di procreazione medicalmente assistita in Danimarca, lo scorso autunno hanno visto nascere la loro figlia. Al diniego del Comune di inserire entrambi le madri sul certificato di nascita, le donne si sono rivolte ai giudici che hanno dato loro ragione percorrendo una strada giuridica innovativa aprendo nuovi spiragli verso l’uguaglianza.
Come anticipato proprio stamattina con il decreto del Tribunale di Pistoia, la legge 40 norma la procreazione medicalmente assistita e, nello specifico, l’articolo 8 chiarisce che “i nati [con questa tecnica] hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia”. Nonostante la Pma sia riservata in Italia alle sole coppie eterosessuali, i giudici hanno riconosciuto l’applicabilità della legge anche nel caso delle due donne.
Il caso ha quindi tutt’altre fondamenta giuridiche rispetto ai casi di stepchild adoption. A differenza di queste, le ultime sentenze offrono ai figli di queste coppie un atto di nascita ex novo che vede l’indicazione di entrambe le madri fin da subito.
La coppia è stata seguita dall’Avv. Michele Giarratano, di Gay Lex e del Gruppo Legale di Famiglie Arcobaleno, all’interno del quale è stata studiata e realizzata l’iniziativa legale, coordinata dal prof. Angelo Schillaci cui hanno preso parte anche gli avvocati Giarratano e Tempori. “Un’altra decisione importante” commenta Schillaci “che non solo conferma l’applicabilità dell’art. 8 della legge n. 40/2004 in coppie omogenitoriali, ma contribuisce in maniera decisiva all’inquadramento dell’omogenitorialità – e, più in generale, della genitorialità da procreazione assistita – nel nostro ordinamento”.
“Siamo frastornati dalla gioia nel leggere decisioni e atti che riconoscono ai nostri figli e alle nostre figli gli stessi diritti di tutti gli altri bambini del nostro paese. Questa decisione conferma che si diventa genitori anche e soprattutto assumendosene la responsabilità fin dal momento in cui si decide di fare un figlio e al di là del legame genetico o biologico”, sostiene Marilena Grassadonia, Presidente di Famiglie Arcobaleno.
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