Per sapere se il governo giallo-rosso verrà alla luce dovremo aspettare le 18 e la chiusura delle votazioni sulla piattaforma Rousseau. Tuttavia una bozza schematica del contratto-programma di governo stipulato tra Movimento cinque stelle, Partito democratico e alleati è stato reso pubblico. In attesa di sapere se e come questo governo s’ha da fare e di capire come e se i punti saranno ampliati e sviluppati, andiamo a vedere i principali in tema di diritti civili.
Al punto due, tra le misure economiche da prendere, si legge che occorre introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni. Il gender gap, ovvero la differenza salariale tra uomo e donna, viene così riconosciuto come un qualcosa di reale e un problema da risolvere. Nello stesso punto si fa accenno al riconoscimento del congedo di paternità come obbligatorio. Un superamento di quella concezione che vede la madre come unica figura responsabile dopo la nascita di un figlio. Menzionata anche la necessità di creare le circostanze che possano conciliare la vita privata alle esigenze del mondo del lavoro.
L’articolo 3 della Costituzione sancisce che è compito della Repubblica rimuovere ogni ostacolo sociale ed economico all’uguaglianza e alla libertà dei cittadini. Per questo bisogna “promuovere una più efficace protezione dei diritti alla persona e rimuovere tutte le forme di diseguaglianze (sociali, territoriali, di genere), che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese. Occorre intervenire con più efficaci misure di sostegno alle famiglie con persone con disabilità e alle famiglie numerose”.
Un programma vasto che può voler dire tutto e niente allo stesso tempo. Resta la consolazione di quel plurale “famiglie”: con la speranza che sia veramente un plurale inclusivo.
Movimento e Dem sono concordi. Nonostante le dichiarazioni iniziali di Luigi Di Maio, si metterà mano ai Decreti Sicurezza seguendo le osservazioni del Presidente della Repubblica. Cercare e promuovere una forte risposta europea alla questione dei flussi migratori è uno degli obiettivi. A tale scopo bisognerà chiedere una normativa che allo stesso tempo punisca e combatta il traffico di esseri umani e che favorisca e affronti i temi dell’immigrazione. Anche qui un programma vasto e poco dettagliato.
“Vista la bozza di programma che circola in queste ore e soprattutto alla luce delle sue importanti lacune, vogliamo essere propositivi – commenta in una nota il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni -: se il prossimo governo vuole essere un governo di novità che contrasti la paura, l’odio e i fascismi, facendosi portatore di quel nuovo umanesimo a cui fa riferimento il Presidente del Consiglio Conte, non può che mettere fra le proprie priorità la ripresa della strada dei diritti”. “Da troppi anni attendiamo una legge e politiche di prevenzione serie ed incisive contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere – ricorda Piazzoni -, una legislazione che vada a combattere l’odioso fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia che colpisce in varie forme migliaia di persone e che negli ultimi mesi abbiamo visto in preoccupante aumento, rinvigorito da alti rappresentanti istituzionali che si sono divertiti a soffiare sul fuoco dell’intolleranza”.
“Includere nel programma del prossimo governo l’approvazione di una legge in tal senso, a partire proprio dalle proposte di legge già presentate in Parlamento dagli esponenti dei due partiti che costituiscono la nuova ipotetica maggioranza, la Senatrice M5S Alessandra Maiorino e la Senatrice PD Monica Cirinnà, sarebbe la prova di una reale volontà di discontinuità del nuovo esecutivo – sottolinea ancora -. Il Nuovo Umanesimo non può che partire dai diritti, dall’uguaglianza, dal contrasto ad ogni forma di discriminazione e in tal senso incalzeremo nelle sedi istituzionali e nelle piazze il prossimo Governo e la maggioranza parlamentare”.
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