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“Cara Gianna Nannini, sono un tuo fan, ma ci sono rimasto malissimo e sono incazzato”

La notizia diffusa ieri secondo cui Gianna Nannini avrebbe sposato la sua compagna, Carla, in Inghilterra dove le due donne si sono trasferite per tutelare la piccola Penelope, ha suscitato molte e differenti reazioni. C’è chi si è limitato ad augurare tanta felicità alla famiglia, chi ha letto nelle dichiarazioni della cantante senso civico per aver dichiarato che in Italia non è tutelata e chi, invece, ha rivolto a Nannini delle critiche. Tra questi ultimi, anche Carlo Gabardini che ha pubblicato un lungo post sulla sua pagina Facebook e che abbiamo deciso di riproporvi.

Due personaggi famosi, due approcci opposti

La ragione è semplice: Gabardini appartiene a quel mondo dello spettacolo di cui fa parte anche Gianna Nannini. Il suo coming out è relativamente recente (era l’ottobre del 2013). Da allora, però, l’attore ha scelto di essere in prima fila ogni volta fosse possibile, battendosi per i diritti delle persone LGBTI in Italia. L’abbiamo visto testimonial di Pride, sui palchi di manifestazioni, tra i relatori di incontri e dibattiti. Una scelta, insomma, radicalmente diversa da quella della rocker senese, che rimane rispettabile, chiaramente. Ecco, dunque, il messaggio di Gabardini a Gianna Nannini. Buona lettura.

Cara Gianna

Cara Gianna Nannini, sono un tuo fan sfegatato e urlo le tue canzoni fin da quando ero piccolo; oggi ho letto che andrai a vivere a Londra per poter sposare civilmente la tua amata Carla e soprattutto accedere alla stepchild adoption così che vostra figlia Penelope sarà tutelata qualsiasi cosa dovesse accadervi, e ci sono rimasto malissimo e ne sono tristissimo e sono pure incazzato.

Combattiamo da 40 anni

Qui in Italia stiamo combattendo da almeno 40 anni una durissima battaglia per vedere riconosciuti tutti i diritti a tutte le persone LGBT+, e grazie a milioni di persone che sono andate nelle piazze, sui palchi, nelle sedi istituzionali, grazie alla dedizione costante di singoli che si sono battuti per avere giustizia, le cose sono lentamente migliorate e da un annetto in questo Paese ci si può unire civilmente fra persone dello stesso sesso, anche se la legge è stata vigliaccamente decapitata dalla possibilità di adottare il figliastro e molte altre cose dovranno ancora venire affinché finalmente si giunga all’unica soluzione sensata: il matrimonio egualitario.

Ma perché ciò avvenga, bisogna occuparsene, tutti, ma chi gode di visibilità, un po’ di più.
Ognuno ovviamente è libero di vivere dove gli pare, ma tu te ne vai dichiarando che la causa è l’arretratezza dell’Italia, che ti mancherà moltissimo, ma ora purtroppo ti accorgi che non garantisce a te il tuo sacrosanto diritto di proteggere la tua famiglia.

E quelli che restano?

Io credo sia sano e giusto provare a migliorare il proprio Paese, anche perché se a ogni ingiustizia in cui ci si imbatte, ci si chiude in casa a far le valigie e poi via in aeroporto, temo che in brevissimo tempo ci si ritroverebbe ad aver fatto il giro del mondo e di nuovo accasati di fronte all’ingiustizia di partenza.
E poi, andarsene – seppur momentanea – è certamente una soluzione, ma salva solo il partente: chi non può fare questa scelta, che fa? Quelli che restano come rimangono? Ascoltiamo musica e ci sentiamo un po’ più soli.

Preferisco l’orgoglio

All’abbandono, io preferisco l’orgoglio. L’anno scorso ho sfilato nel capoluogo della tua regione, Firenze, onorato di essere il testimonial del primo Toscana Pride, e dal palco ho detto anche queste parole:

“Ecco perché i pride sono così importanti, perché dobbiamo mostrarci, mettere i nostri corpi in piazza alla luce del sole, mostrare il nostro orgoglio, dire agli omosessuali velati e impauriti che non c’è nulla di sbagliato in loro, che possono venire in piazza con noi, che non sono soli, che non c’è da aver paura ad innamorarsi di chi ci si innamora, che fingere è una stronzata, che vi state facendo del male, che la propria affettività non è una questione secondaria che si può reprimere, è la nostra vita e ne abbiamo solo una, che i tempi sono cambiati, che si può essere gay e marciare per le strade della propria città fieri, felici e orgogliosi! E anche sorridenti, possibilmente.”

Noi continueremo a lottare anche affinché tu possa e voglia tornare, un giorno stupendo.
Sarebbe bello che il tuo ragazzo dell’Europa, che non piantava mai bandiera, scegliesse invece in ogni luogo di piantarne una arcobaleno.

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