“Non si risponde a scemenze volutamente sceme, storicamente e palesemente false”. Così il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli replica alle recenti dichiarazioni che la nuova presidente di Arcilesbica nazionale, Cristina Gramolini, ha rilasciato in un’intervista al Corriere della Sera. Accuse di “di liberismo, sfruttamento dei corpi e delle persone, e altre amenità”, spiega l’associazione, mosse anche da un post su Facebook. Nell’intervista, Gramolini si rivolge ad Arcigay chiedendo all’associazione di prendere posizione ed ha citato quella espressa dal Mieli secondo cui il nuovo corso intrapreso da ArciLesbica dopo il congresso pone l’associazione fuori dal movimento lgbt italiano.
Nella nota diffusa poco fa, il Mieli sottolinea che “la dirigenza di Arcilesbica ha però strategicamente deciso di rispondere solo a due realtà (delle tante che hanno reagito all’esito del congresso, ndr)” perché ritenute “le più rilevanti e funzionali alla strategia stessa”.
E se ad Arcigay Gramolini sembra riservare un ruolo di partner privilegiato “provando a tirare per la giacca Arcigay in un asse bilaterale sulle tematiche più divisive”, l’avversario rimane il Mieli. “Nella necessità di avere UN nemico – si legge nella nota del Circolo -, si prova a modificare pensiero e obiettivi dell’altro, si usano esempi fuorvianti, si attribuiscono tesi mai sostenute ed infine si sale sullo scranno della unica buona politica”.
Una scelta, quella di riconoscere solo due interlocutori (sebbene con ruoli diversi) che secondo l’associazione romana permette di “evitare risposte ad altre realtà” e di “glissare su tutti gli altri mondi lesbici, femministi e non solo, per relegarli all’irrilevanza”. E questo significa ritenere irrilevanti anche tutte le “molte case” in cui “dimorano validamente le lesbiche”.
L’invito che il Mieli rivolge ad ArciLesbica è di trovare strategie “più dinamiche e plurali, meno prevedibili” perché “una strategia è vincente solo se gli altri vi si adeguano”. Cosa che, a quanto pare, il circolo non intende fare.
Per questo l’associazione capitolina auspica e si impegna, si legge ancora nella nota, a lavorare per un confronto di tutto il movimento “sulle tematiche e sull’approccio proposto da ArciLesbica, perché è tutto il movimento ad essere stato chiamato in causa”.
Sulla questione della permanenza o meno all’interno proprio del movimento, continua il comunicato “nessuno caccia nessuno perché nessuno ha titoli per farlo, ma è in perfetto accordo con quanto più volte dichiarato da ArciLesbica che se le strade non si condividono, banalmente, si dividono”.
In fine, il Mieli si dice disponibile a “un confronto pubblico che ArciLesbica chiede direttamente al Circolo Mario Mieli”.
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