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Consulta: “Riconoscere i diritti dei bimbi arcobaleno, la stepchild adoption è insufficiente”

Tutelare pienamente gli interessi dei bambini e delle bambine delle famiglie arcobaleno: la Consulta si è espressa, pubblicando le motivazioni delle sentenze di gennaio scorso. Una svolta nel riconoscimento delle famiglie formate da persone dello stesso sesso con prole. Perché la Corte Costituzionale ha dichiarato, a chiare lettere, che non bisogna creare situazioni in cui ci sono bimbi di serie A e bimbi di serie B. E che la stepchild adoption, per altro espunta dalla legge sulle unioni civili, non è sufficiente a garantire queste tutele.

Riconoscere entrambi i genitori

Secondo la Corte Costituzionale «i nati a seguito di procreazione medicalmente assistita eterologa praticata da due donne versano in una condizione deteriore rispetto a quella di tutti gli altri nati, solo in ragione dell’orientamento sessuale delle persone che hanno posto in essere il progetto procreativo. Essi, destinati a restare incardinati nel rapporto con un solo genitore, proprio perché non riconoscibili dall’altra persona che ha costruito il progetto procreativo, vedono gravemente compromessa la tutela dei loro preminenti interessi».

Tutelare la madre intenzionle

Nella sentenza si legge ancora: «Si auspica una disciplina della materia che, in maniera organica, individui le modalità più congrue di riconoscimento dei legami affettivi stabili del minore, nato da procreazione medicalmente assistita praticata da coppie dello stesso sesso, nei confronti anche della madre intenzionale». Parole che difendono il ruolo della madre non biologica all’interno della coppia di due donne. Tale sentenza riguardava il caso di una donna che aveva avuto due figli insieme alla compagna con la PMA. La coppia si era poi lasciata e la madre sociale non aveva più potuto vedere i suoi figli.

Garantire entrambi i padri gay

C’è poi un’altra sentenza, che riguarda una coppia di padri gay che hanno fatto ricordo alla gestazione per altri. La Corte Costituzionale ha stabilito – come riporta Elena Tebano sul Corriere.it – «che l’ordinamento giuridico italiano deve garantire piena tutela all’interesse del minore al riconoscimento da parte di entrambi i componenti della coppia che ne hanno voluto la nascita e che lo hanno poi accudito, esercitando di fatto la responsabilità genitoriale». La Consulta, ancora, «ha sottolineato la necessità di un indifferibile intervento del legislatore, al fine di porre rimedio all’attuale situazione di insufficiente tutela degli interessi del minore».

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