Una vera e propria doccia fredda sulla comunità Lgbt+, proprio oggi che il popolo arcobaleno è sceso in piazza per sostenere la legge Zan. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha infatti annunciato lo slittamento del ddl. «Su richiesta dei capigruppo di opposizione» si legge in una nota ufficiale, «in virtù delle positività e delle quarantene che riguardano i loro gruppi, ci sarà lo slittamento del ddl Zan». Montecitorio, tuttavia, continuerà la sua attività parlamentare.
Il provvedimento, ha fatto sapere Fico «sarà esaminato la settimana seguente. Nei prossimi giorni però l’attività della Camera continuerà: in Aula con le discussioni generali, le interrogazioni e le interpellanze, e nelle commissioni parlamentari». Una scelta che però ha fatto registrare le reazioni di associazioni e rappresentanti del mondo politico.
A dare l’annuncio, tra i primi, l’on. Alessandro Zan, relatore della legge, da piazza San Silvestro, a Roma. «La legge è sotto attacco» ha dichiarato Zan al microfono «per me è inaccettabile utilizzare l’emergenza covid, che è reale, per rinviare una legge che l’Italia aspetta da 25 anni, una legge di civiltà che tutela le persone e le protegge da un clima di odio che si sta alimentando in questo paese».
Poi lancia un appello: «È importante che il movimento, che è avanguardia, sia unito perché a 400 metri da qui c’è una piazza unica che esprime la cultura del patriarcato, dell’omofobia e della discriminazione» ricorda l’onorevole. «Una piazza che ci vorrebbe ancora nel buio, senza riconoscimenti e senza diritti. Non possiamo perdere questo treno che se passasse in vano non tornerebbe a breve» ha concluso.
«Comprendo le ragioni del Presidente Fico se legate esclusivamente all’emergenza Covid» dichiara ad Adnkronos Monica Cirinnà. Che esorta: «Sono certa conoscendo l’impegno di Fico e del presidente del gruppo Pd alla Camera Delrio, che già dalla prossima capigruppo il ddl Zan venga posto come priorità del calendario».
Molta rabbia in Arcigay. «È incredibile e incomprensibile la decisione di rinviare esclusivamente la discussione sulla legge contro omotransfobia e misoginia per i casi di positività al covid19 di alcuni capigruppo» dichiara il segretario nazionale Gabriele Piazzoni.
«Se l’attività legislativa non può proseguire per motivi sanitari» prosegue Piazzoni «si chiude tutto il Parlamento. Lo slittamento selettivo della sola legge che riguarda i crimini verso le persone LGBTI suona come un trucchetto politico per rinviare ancora una volta la discussione su una legge attesa da 25 anni. Uno schiaffo alle 60 piazze che oggi in tutta Italia hanno chiesto con forza al Parlamento di fare presto e di fare bene nell’approvazione della legge».
«È gravissimo che, ancora una volta, il Parlamento rinvii la discussione della legge contro l’omotransfobia». A dichiararlo Valerio Colomasi Battaglia, il presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma. «Siamo perfettamente consapevoli della situazione sanitaria e sociale drammatica attuale, la viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, eppure continuiamo a fare il nostro dovere nei confronti della collettività. Perché il Parlamento non è in grado di farlo?».
Il Mieli chiede al presidente della Camera, dunque «di prendere i provvedimenti idonei ad assicurare il funzionamento della Camera dei Deputati nonostante la crisi e di portare il ddl Zan all’esame dell’Assemblea subito. Crediamo che i parlamentari siano perfettamente in grado di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini e delle cittadine: è il momento che lo facciano!»
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