Il covid colpisce ancora e affonda i pride. Già nel 2020 molte manifestazioni in Italia sono state sospesi, proprio per il rischio pandemico. In questo 2021, invece, abbiamo avuto diverse manifestazioni, certo in tono minore rispetto a quelle degli anni scorsi, come accaduto a Roma. E con la ripresa dei contagi, tra le vittime del virus c’è la voglia di tornare in piazza per reclamare i diritti della comunità LGBT+. E i cortei di due pride previsti a settembre sono stati annullati. Così è successo sia a Torino, sia a Siracusa.
Delusione, quella che si legge nel comunicato stampa del Torino Pride: «Sin dal grande e straordinario Pride Nazionale del 2006, il Coordinamento Torino Pride, ha sempre dialogato e collaborato con le Istituzioni» comincia così la lunga comunicazione delle realtà organizzatrici. «La Regione Piemonte, il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città di Torino, la Prefettura e la Questura sono sempre stati interlocutori attenti e nella maggior parte dei casi sensibili. Quest’anno ci tocca inevitabilmente constatare che qualcosa non ha funzionato!». Sì, ma cosa?
Battaglia continua, nel comunicato: «Siamo rimasti sorpresi, potevano informarci per tempo. Tra l’altro, alcuni dei Pride in Italia, come quelli di Roma e Cagliari, si sono svolti in forma dinamica. Per non parlare della vittoria della Nazionale di calcio agli Europei, con assembramenti ovunque, e delle manifestazioni No Vax e No green pass, che continuano a svolgersi senza divieti». Il pride insomma non vedrà il suo tradizionale corteo. Ma la comunità arcobaleno piemontese non si dà per vinta, riprendendosi altri spazi: «Il Coordinamento Torino Pride, che conferma il voler rispettare le regole, decide di annullare l’edizione 2021 del Torino Pride mantenendo in essere tutte le iniziative di avvicinamento programmate». Inoltre, «l’8 ottobre il Torino Pride sarà protagonista a Biennale Democrazia e, dal 14 al 18 ottobre al Salone Internazionale del Libro di Torino».
Ma non è l’unico pride a saltare, quello del capoluogo piemontese. «Il Comitato del Siracusa Pride, proprio in considerazione di quanto il corteo sia espressione di libertà ed affermazione dei diritti LGBT+, riflettendo che nelle attuali condizioni epidemiologiche di impennata dei contagi da Covid19 non sarebbe possibile garantire adeguate misure di sicurezza per l’affluenza dei partecipanti, investendosi di una grande responsabilità, ha deciso di rinunciare a svolgere sia il corteo previsto per il 12 settembre prossimo». Una scelta sofferta, seppur prevista, dato che le «iniziative alternative in forma» si legge nel comunicato delle associazioni aretusee «ne snaturerebbero il significato».
Lucia Scala e Alessandro Bottaro, portavoce del pride di Siracusa, così dichiarano ancora: «Oggi più che mai, avremmo avuto bisogno di esprimere noi stessi, le nostre identità, le nostre famiglie. Avremmo dovuto dare forza al DDL Zan che rischia la morte in culla. Tutto questo avremmo dovuto fare, ma ci siamo arresi al nostro senso di responsabilità ed alle nostre coscienze consapevoli dei limiti che il periodo ci impone. Ciò non esclude che, stiamo già lavorando a numerosi eventi, alcuni che sosterranno il dibattito a favore del DDL Zan, ed altri che ci traghetteranno “Verso il Pride 2022″».
Anche Siracusa, dunque, non si ferma sebbene sia costretta ad annullare la sua marcia dell’orgoglio. Tutto si sposta al 2022. Quando, ricorda il Comitato Pride «finalmente potremo scendere nuovamente nelle strade e nelle piazze con la nostra favolosa presenza ed i nostri meravigliosi arcobaleni a sei colori, a dispetto degli ignoranti e omofobi di turno. Continueremo a lavorare rimanendo presenti sul territorio collaborando con tutte le associazioni del Comitato per assicurare la tutela dei diritti di tutti. Non riusciremo a colorare le strade nemmeno quest’anno ma la nostra voce continuerà a farsi sentire sempre più forte».
Insomma, la lotta per i diritti è rallentata, ma il percorso da fare è sempre lì. Non resta che attendere il 2022.
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