Il ddl Zan sarà discusso da solo. Oggi la Commissione Giustizia del Senato ha votato a maggioranza per separare (disabbinare, tecnicamente) il testo approvato alla Camera dagli altri presentati al Senato sullo stesso tema.
L’abbinamento era stato chiesto dal presidente commissione Ostellari e accordato dalla presidente del Senato Casellati. Questo avrebbe comportato che tutte le proposte di legge venissero discusse insieme e che, da tutti, si riscrivesse un testo base. In sostanza, ricominciare l’iter da capo.
Ora, però, il ddl Zan può continuare il suo iter così com’è, indipendentemente dalle altre proposte. A votare a favore sono stati Pd, M5S, Leu e Italia Viva.
“Il disabbinamento dei testi in commissione Giustizia è un’ottima notizia – commenta la senatrice Cirinnà (pd), componente della Commissione – e un importante passo avanti. Adesso il ddl Zan, come approvato dalla Camera, sarà la base della discussione, che auspico avvenga secondo buona fede e correttezza. Così vuole il bicameralismo, così vuole un principio di sana economia dei lavori parlamentari”. “Il resto è becero ostruzionismo – sottolinea -. Di fronte all’emergenza quotidiana legata all’odio misogino, omolesbobitransfobico e abilista non possiamo allungare inutilmente i tempi dell’approvazione di questa legge”.
Non è ancora stato trasmesso in Commissione il testo proposto dalla Lega e annunciato qualche giorno fa da Ostellari. Anche il quel caso, il presidente della Commissione potrebbe proporre l’abbinamento con il ddl Zan e tentare così di allungare ancora i tempi e, soprattutto, di modificare l’attuale testo.
“Il testo depositato dal centrodestra non è soltanto l’ennesimo tentativo di ostacolare l’iter di approvazione del ddl Zan – sottolinea ancora Cirinnà -. E’ anche profondamente insoddisfacente. Sul piano giuridico, entra in conflitto frontale con la legge Mancino e con l’aggravante speciale già prevista per i reati fondati su etnia, nazionalità e religione. Una duplicazione di norme inutile e dannosa perché offre una tutela minore”.
“Inoltre, esclude da ogni forma di tutela le persone trans e questo è profondamente e assolutamente inaccettabile. Così come la mancata menzione del genere – spiega la senatrice -. Sul piano politico, bisogna respingere il tentativo di escludere tutele, ma anche l’assenza delle azioni positive, che mirano a prevenire l’omolesbobitransfobia con misure di carattere sociale e culturale”. “Questo testo è l’ennesimo segnale del fastidio della destra verso la legge Mancino – conclude – e, più in generale, verso la necessità di nominare l’odio, riconoscendolo, prevenendolo e punendolo per quel che è: un attentato alla convivenza democratica”.
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