I cartoni animati Disney hanno contribuito in maniera fondamentale a costruire l’immaginario di generazioni di bambini. Se nei primi hanno soprattutto accompagnato le bambine ad aspettare il principe azzurro, sempre di più si sono poi fatti portavoce di una visione molto diversa e articolata. È il caso degli ultimi titoli: Disney ha dimostrato soprattutto alle bambine come non ci sia più bisogno di un principe per essere felici, perché le ragazze sono forti e coraggiose anche sole. Così nell’ultimo lungometraggio, “Moana” (“Oceania”, per l’Italia) e, forse ancora di più, “Frozen”.
Le cose sembrano essere cambiate a partire da un titolo storico del 1991, che già insegnava che l’estetica non è tutto. La storia dell’uomo trasformato in bestia è diventato un film live action, diretto da Bill Condon, in uscita il 16 marzo in Italia, il 17 nel resto del mondo. Belle sarà interpretata da Emma Watson, mentre l’arrogante Gaston sarà Luke Evans.
L’elemento di novità, però, è il personaggio di LeTont (LeFou nell’originale). Il goffo braccio destro di Gaston, interpretato da Josh Gad, è protagonista di uno dei pochi cambiamenti rispetto alla fedele trasposizione: sarà infatti coinvolto in una sottotrama che riguarda il suo orientamento sessuale.
Il presentatore Tv Chris Parente ha chiesto a Josh Gad, tramite Twitter, di confermare l’inclusione di questo passaggio, perché, scrive “significherebbe molto per me e per tutti i ragazzi gay”. L’attore ha risposto al tweet, dicendosi “profondamente orgoglioso”.
Una risposta che fa supporre una costruzione attenta, e non ammiccante, della vicenda di LeTont: non resta che attendere l’uscita.
Nella scelta di descrivere come gay il personaggio di LeTont si può leggere una dedica ad Howard Ashman, che volle che “La bella e la bestia” fosse un musical. Fu lui a scrivere le canzoni del cartone oltre che di quelle di molti successi Disney, come “Aladdin” e “La Sirenetta”. Ashman era a sua volta gay, e morì due giorni dopo la prima del cartone animato, il 14 marzo del 1991, per complicazioni legate all’AIDS. Gli autori di “La Bella e la bestia” dedicarono il cartone animato: “al nostro amico Howard, che diede a una sirenetta la sua voce e a una bestia la sua anima”. Lo scrittore infatti vedeva nella Bestia una metafora dell’AIDS: in un’epoca nella quale essere malati di AIDS significava segregazione dalla società, era necessario qualcuno che sapesse andare oltre alla paura, rimanendo accanto alla “bestia”.
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