Continuano a delinearsi i programmi elettorali dei singoli partiti e delle liste che riguardano, tra i vari temi trattati, anche quelli cari alla comunità arcobaleno. Anche la lista guidata da Emma Bonino, +Europa, ha deciso di correre per le prossime elezioni politiche e di trattare il tema dei diritti Lgbt. Vediamo, più nel dettaglio, cosa c’è e cosa manca. La lista è in coalizione con il Pd e Civica e Popolare di Beatrice Lorenzin.
Riguardo i temi della procreazione, +Europa attacca frontalmente la legge 40, che secondo la lista guidata dall’esponente radicale, va “bonificata” «dagli ultimi residui della regolamentazione imposta a metà degli anni 2000» con la legge in questione, che «in larga misura» risulta «superata in seguito a pronunce giurisdizionali». Un’attenzione specifica, insomma, «sui temi della procreazione libera e responsabile», tema che negli ultimi anni ha suscitato (e suscita ancora) non poche polemiche in merito. Certo la storia di Emma Bonino e dei Radicali parla chiaro, in questo senso, ma mancano i dettagli di questa bonifica. Ad esempio, si intende aprire alle donne single e alle coppie lesbiche? E anche depenalizzare la gestazione per altri? Un tema su cui la stessa Bonino si è in passato espressa in modo molto chiaro.
Aggiornamento: Yuri Guaiana, candidato di +Europa, ha risposto a queste domande su Facebook. Ecco le sue parole: “Intendiamo aprire alle donne single e alle coppie lesbiche e depenalizzare la gestazione per altri. Aggiungo inoltre un altro punto, a mio avviso qualificante, della sezione sui diritti: la legalizzazione dell’eutanasia che riguarda tutte e tutti noi, persone Lgbti e non”.
Un ulteriore capitolo – se così si può dire, visto che alle questioni Lgbt sono dedicate solo alcune righe – riguarda le “nuove” famiglie. Si legge, infatti, nel documento: «È altrettanto importante che il parlamento discuta una riforma del diritto di famiglia nella prospettiva di superare le discriminazioni in materia di matrimonio, unione civile, adozione, riconoscimento automatico dei figli alla nascita e opportunità dei figli di genitori separati». Dicitura che tocca le rivendicazioni del movimento Lgbt, ma le affronta in modo piuttosto generico.
Mancano, invece, i riferimenti alle politiche per le persone transessuali. Ricordiamo, ancora, che temi quali la depatologizzazione e la possibilità di avviare il percorso di transizione già in età adolescenziale, sono argomenti molto cari alla comunità trans. E, anche in questo caso, si assiste ad attacchi e a polemiche proprio su questo fronte. Non pervenuti, infine, i diritti delle persone intersessuali e non binarie, così come non si trova nulla su una legislazione contro l’omo-transfobia. Temi su cui pure Certi Diritti, associazione lgbt che fa parte della galassia radicale, si è spesa molto. In questo senso, alcuni hanno visto una rassicurazione nelle candidature di Leonardo Monaco e Yuri Guaiana, rispettivamente segretario ed ex segretario di Certi Diritti. Guaiana è anche attivista di All Out e membro del board di Ilga Europe, l’associazione “Ombrello” che raccoglie decine di associazioni lgbt di tutta Europa.
La lista voluta da Emma Bonino dedica un’attenzione particolare ai diritti dei migranti e alla questione delle droghe. Il programma prevede infatti l’istituzione dello ius culturae, cioè la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana dopo un percorso scolastico, come prevedeva la legge erroneamente diventata nota come “ius soli” e naufragata a fine legislatura. Sulle droghe i Radicali confermano la posizione di sempre e che il sottosegretario uscente Benedetto della Vedova aveva tentato di affermare con un disegno di legge. La proposta è di «legalizzazione e regolamentazione dell’uso delle droghe in un’ottica di riduzione del danno sul consumo personale, nel nome della libertà individuale, della lotta alla criminalità e del contrasto ai profitti delle narco-mafie, della tutela della salute pubblica, della libertà di accesso alle cure e della libertà di ricerca sull’uso medico e scientifico di tali sostanze».
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