Se non avete visto il video del papà norvegese vestito da Elsa che balla insieme al figlio (anche lui vestito da principessa) la canzone principale di Frozen be’… dovete subito correre ai ripari. Dalla rete è stato già ribattezzato come “best dad”. Di sicuro la sua coreografia di Let it go vestito da Principessa delle nevi aiuta ad abbattere molti stereotipi e a fare capire che sei un papà figo non se sei macho, virile e dici sempre no, ma piuttosto se riesci a giocare e divertirti insieme a tuo figlio, renderlo felice, senza lasciarti condizionare da stupidi condizionamenti sociali.
La buona notizia è che proprio in questi giorni il Parlamento e il Consiglio europei hanno trovato un’intesa per introdurre nuove regole che garantiscano almeno 10 giorni di congedo di paternità retribuito in occasione della nascita, e due mesi di congedo parentale nei primi anni di vita dei figli non trasferibili da un genitore all’altro. Dopo il voto della plenaria atteso nei prossimi mesi e il successivo ok definitivo del Consiglio, la direttiva entrerà in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A quel punto i Paesi avranno tre anni per recepire le misure sul congedo di maternità e cinque per quelle sul congedo parentale.
Il libro scelto da Cattelan (ovviamente non a caso) si intitola La bambina con due papà (di Mel Elliot, in Italia edito da De Agostini) ed è un libro per bambini che affronta il tema delle famiglie arcobaleno. Un testo pensato per sensibilizzare i più piccoli e, soprattutto (lasciatemelo dire) i loro genitori. Al di là che fosse o meno (o anche) un’operazione pubblicitaria o un modo di suscitare attenzione, di certo Cattelan forte di oltre un milione di followers su Instagram è stato molto bravo nel portare al centro del dibattito social questo argomento, e successivamente sempre pronto e arguto nelle risposte date ai numerosi commentatori omofobi.
Fra tutte le risposte me ne ha colpito in particolare una. Alla domanda «perché leggi questi libri di merda alle tue figlie?» la risposta del presentatore è stata «perché da grandi non facciano domande stupide come questa». Ecco, forse chiedo troppo, ma io addirittura vorrei tanto che quando Alice, Luca e le figlie di Cattelan saranno grandi non ci sia più nessuno che faccia domande stupide come questa!
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