Ha fatto coming out il fondatore di una delle più grandi organizzazioni di promozione delle terapie riparative. Si tratta di McKrae Game fondatore di “Hope for Wholeness”, programma di conversione basato sulla fede. Due anni fa era stato licenziato all’improvviso dal consiglio di amministrazione dopo ben vent’anni all’interno dell’organizzazione.
Il 51enne ha pubblicato una lunga lettera sul suo profilo Facebook la scorsa settimana chiedendo perdono e pentendosi del male fatto in passato. «L’aver proposto un modello che dava la colpa ai genitori, una terapia fatta di preghiere e di conversione e che ha fatto credere a molta gente che il suo orientamento fosse sbagliato è stato cattivo, peccaminoso e maligno. Far credere loro che potessero cambiare è stato pericoloso», ha detto Game.
Per McKrae Game, che adesso esibisce una foto profilo con una cornice arcobaleno, fare i conti con ciò che ha fatto a quella che adesso è la sua comunità è difficile. Lo dice lui stesso nella lettera: «È acqua passata, ma tanti, troppi, continuano a credere che ci sia qualcosa di sbagliato in loro e nelle persone con decidono di vivere apertamente come gay, lesbiche e trans». Una vera e propria conversione quella di Game, che invita a «Imparare ad amare se stessi e gli altri».
Game ha rinnegato le pratiche che un tempo praticava e ha abbracciato la comunità che un tempo odiava.
«Le terapie ripartire di conversione non sono solo una bugia, sono anche pericolose. È falsa pubblicità». Game ha raccontato di aver ricevuto supporto psicologico da un terapeuta che per anni gli ha detto che l’attrazione per lo stesso sesso può essere superata e che, nel tentativo di farlo diventare un ragazzo-immagine per la campagna di riparazione, l’hanno convinto a sposarsi con una donna.
Non importa se la comunità medico-scientifica abbia ampiamente sbufalato e sbugiardato le terapie riparative bollandone come traumatiche e pericolose psicologicamente, queste continuano a essere praticate. Soprattutto sui minori, che sono i soggetti più deboli. È stata la stessa American Accademy of Paediatric a mettere in guardia sulla pericolosità di queste terapie, fin dal 1993: provocano ansia e vergogna.
Non sono tecniche nuove e vengono usate da oltre un secolo. La più comune è la terapia psicologica anche se le testimonianze sull’uso di elettroshock per indurre nausea associativa sui pazienti sono molte.
Si stima che l’impatto di queste terapie abbia coinvolto circa 698mila adulti di cui circa la metà hanno iniziato in adolescenza.
La Hope for Wholeness di Game, come Exodus, due tra le maggiori organizzazioni, offrivano terapie anche ai minori, ma solo col consenso dei genitori o dei tutori. E comunque con il consenso del minore.
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