“Pagina rimossa”. E’ questo il messaggio che ieri sera intorno alle 20 gli amministratori della pagina Facebook dei Sentinelli di Milano hanno visto comparire sulla loro pagina.
Più di 100.000 fan, la pagina è ormai punto di riferimento non solo milanese, perché oltre che contro l’omofobia si batte anche contro il razzismo, il fascismo e il bullismo.
Un’idea di cosa sia successo, i Sentinelli se la sono fatta. Proprio ieri gli amministratori avevano pubblicato la foto del bambino e della donna migranti morti in mare. Altre due vite spezzate mentre cercavano una vita migliore, ma si sono imbattute nelle politiche di chiusura totale del governo italiano.
“Il post ha fatto in pochissimo tempo 1 milione e mezzo di visualizzazioni e moltissime condivisioni – continua Paladini – e la pagina ieri è cresciuta in modo impressionate: circa 2000 nuovi fan”.
Ad avvalorare questa tesi, il fatto che post con la stessa immagine sono stati rimossi da moltissimi profili privati, nelle scorse ore.
Che qualcosa di strano stesse succedendo, gli amministratori lo sospettavano. “Abbiamo notato diversi profili “strani” tra i nuovi like alla pagina. Profili senza foto o con nomi palesemente finti. Però abbiamo deciso di non bloccarli d’ufficio solo sulla base di un sospetto”.
Chissà che non siano stati proprio quei profili a organizzare una segnalazione di massa che ha portato alla rimozione della pagina.
“Oltre al danno, la beffa – prosegue il portavoce -. Ora il mio stalker e quello di mio marito sta commentando i nostri post prendendoci in giro per l’accaduto e continuando ad insultarci con il suo solito linguaggio”.
“La cosa surreale è che Facebook blocca la nostra pagina ma non questo tizio – commenta Paladini -. Insieme a Cathy La Torre (avvocata ed attivista, ndr) stiamo contattando Facebook Italia e contiamo di ripristinare la pagina prima possibile”.
Intanto però, è partita una vera e propria mobilitazione di solidarietà.
“In migliaia stanno scrivendo ad abuse@facebook.com per chiedere il ripristino della pagina – conclude -. Non avremmo voluto testarla in questo modo e sapevamo di avere intorno una buona comunità, ma davvero stiamo ricevendo una quantità incredibile di messaggi. Non riusciamo neanche a gestirli tutti”.
Tra gli altri, sono arrivati i messaggi dell’assessore alla Cultura di Milano Filippo del Corno, dell’assessore ai Diritti Pierfrancesco Majorino e di Saverio Tommasi.
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