La Val di Noto è terra arcobaleno, si sa. La bellezza delle spiagge e dei luoghi d’arte costituiscono un forte richiamo per il turismo Lgbt+. Ne abbiamo parlato più volte. E così pure quest’anno, per venire incontro alle esigenze culturali di questa utenza, si svolgeranno diversi festival in cui potremo assistere a dibattiti, momenti ricreativi e anche alla proiezione di film a tematica. Vediamo insieme quali.
Eppure, ricorda Tabita, «anche questa volta c’è chi dice no. Chi mistifica. Ma è possibile continuare a mediare al ribasso sui diritti umani? Sulle vite e la sicurezza delle persone? I casi di violenza omotransfobica sono in vertiginoso aumento! Ormai il tempo è scaduto, bisogna resistere e approvare questa legge. Resistere, come affermava Tina Anselmi, per costruire un mondo migliore non solo per noi ma anche per chi non vede, non può o non vuole guardare».
Il programma del festival vede, tra le sue numerose presenze, Selvaggia Lucarelli e l’attivista Maria Laura Annibali coniugando, come ogni anno, spettacolo e militanza rainbow. Per conoscere tutti gli appuntamenti previsti, si può andare sulla pagina Facebook dell’evento.
Quindi si potrà assistere a un importante dibattito su identità di genere e femminismo «partendo dall’attuale ddl Zan in discussione in Senato a cura di diverse associazioni LGBTQ+ territoriali e nazionali».
Tra gli appuntamenti , ancora, la presentazione del libro di Rosa Maria di Natale, Il silenzio dei giorni, che parla dell’omicidio di Giarre, da cui è nato il moderno movimento Lgbt+ italiano. La serata seguirà con uno spettacolo teatrale, Un risotto per due a cura di Marco Paolo Puglisi. Previsto, a chiusura giornata, un dj-set dove si ricorderà Raffaella Carrà, recentemente scomparsa e icona della comunità arcobaleno.
Prevista per il 5 agosto, dunque, la proiezione di Poppy field del regista rumeno Eugen Jebeleanu. «Speriamo che il successo di questo film» dichiarano ancora le organizzatrici «sia un incoraggiamento a respingere l’ondata di omotranslesbofobia che rischia di travolgere l’Europa». Il film, infatti, parla dell’intrusione di un gruppo di ortodossi integralisti e omofobi in un cinema. Qui interrompono la visione di una pellicola a tematica Lgbt+. L’opera ripercorre il dramma di un poliziotto costretto a confrontarsi con la sua identità e la sua omofobia interiorizzata.
Oltre a Poppy field il 16 settembre – sempre all’Arena Argentina – potremo assistere a La stanza di vetro del regista ceco Julius Ševčík. «Accanto ai due bellissimi lungometraggi, avremo anche una selezione di corti, tra cui l’importante docufilm di Ado Hasanovic, regista bosniaco che vive a Roma, sul primo Pride di Sarajevo e sulle reazioni, non sempre positive, dell’opinione pubblica».
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