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Figli di coppie same sex, le associazioni: “Ora la sindaca Raggi prenda posizione”

Se a Pistoia il Tribunale applica per la prima volta la legge 40 sulla procreazione assistita ad una coppia di donne, a Napoli la Corte d’Appello riconosce la legittimità della trascrizione di un certificato di nascita con due mamme e tanti sindaci riconoscono le famiglie arcobaleno, a Roma, invece, tutto tace.
A poche ora dalla notizia di Pistoia arriva l’appello del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli alla sindaca Raggi. “Prenda una posizione a tutela delle famiglie arcobaleno” si legge in una nota del presidente Sebastiano Secci.

“Raggi non decide”

“Purtroppo – dichiara Secci – nonostante le scelte di tanti sindaci coraggiosi, il comune di Roma e la Sindaca Raggi continuano a non voler prendere una decisione in tema, condannando tanti bambini e tante famiglie a non avere riconoscimento”. “La Sindaca ha il potere, come ufficiale di stato civile, e il dovere politico, come prima cittadina della Capitale – continua il presidente del Mieli -, di dare indicazioni agli uffici affinché procedano alle iscrizioni garantendo diritti e serenità a queste famiglie”.

“Non è neutralità: è complicità”

Per Secci il silenzio del Campidoglio non si può più classificare come “neutralità”, ma come “complicità con quelle forze politiche retrograde che vorrebbero le nostre famiglie invisibili”. “La sindaca Raggi faccia una scelta di coraggio – continua -: prenda in mano la situazione e riconosca le nostre famiglie!”.
L’associazione prende, quindi, le parti dei funzionari del Comune di Roma che “hanno accolto le nostre preoccupazioni e che adesso, solo per aver svolto il proprio lavoro, sono stati bersaglio di attacchi violenti da parte dei soliti noti che dedicano la propria vita a rendere più difficile quella degli altri”.

Pillon contro l’unica trascrizione di Roma

Il riferimento è all’unico caso di trascrizione avvenuto a Roma, quello di un bimbo con due papà per il quale il senatore leghista Pillon (animatore del Family Day) ha chiesto l’accesso agli atti.
In una nota diffusa ieri, Pillon aveva reso nota la risposta del Campidoglio. “I dirigenti del Dipartimento – spiegava Pillon – mi hanno testualmente risposto che rispetto al caso in oggetto «l’Ufficiale di Stato Civile ha agito in totale autonomia, non in linea con il vigente quadro normativo», e che tale violazione è già «attenzionata anche dalla Prefettura di Roma»”.

“Grazie ai funzionari”

In serata anche Famiglie Arcobaleno aveva espresso vicinanza e gratitudine “a tutti quei funzionari che fanno bene il proprio dovere prendendo atto della società in continuo mutamento e operando in modo da garantire piena cittadinanza a tutte le famiglie”.
In risposta al senatore Pillon, la Presidente Marilena Grassadonia ha dichiarato che “vogliamo ribadire come l’operato dei funzionari di stato civile del Comune di Roma sia stato ineccepibile e mirato a garantire la tutela e il riconoscimento di una bambina figlia di cittadini italiani”.

“Raggi si gira dall’altra parte”

“I funzionari comunali hanno fatto correttamente il loro lavoro – ha aggiunto – dando cittadinanza ad un minore e trascrivendo un atto straniero in maniera del tutto legittima così come già ribadito da numerose sentenze, peraltro anche del Tribunale e della Corte d’appello di Roma”. Infine Grassadonia ha accusato la sindaca Raggi e la dirigenza del Comune di “girarsi dall’altra parte non assumendosi quelle responsabilità che sono proprie della loro posizione”.

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