Corey Johonson gay, sieropositivo potrebbe diventare il prossimo sindaco di New York.
Mancano due anni alle elezioni per il primo cittadino della grande mela e con un annuncio su twitter Corey Johonson ha lanciato la sua campagna elettorale per sostituire l’italo americano Bill De Blasio, rieletto a novembre scorso durante le mid term.
Per la campagna Johnson ha scelto di non avvalersi del sostegno di lobbisti o azienda e inoltre: “limitare le donazioni a un massimo di 250 dollari” invece dei 2000 consentiti dalla legge.
Una candidatura che nonostante guardi al novembre 2021 ha già acceso gli animi: “Il mio staff mi ha detto che da quanto ho annunciato la candidatura sta ricevendo un contributo al minuto”.
L’elezione di un sindaco apertamente gay rappresenterebbe una svolta per la politica new yorkese marchiata irreparabilmente dalla memorabile campagna elettorale del 1977.
Quando nel 1977 il democratico Mario Cuomo si candidò come sindaco contro Ed Koch, anch’egli democratico, Cuomo lanciò lo slogan «Vote for Cuomo, not for Homo», alludendo alla presunta omosessualità di Koch. Cuomo perse le elezioni e Koch divenne apprezzato sindaco di New York.
Nato nel 1982 Corey Johnson si è da sempre distinto per le sue battaglie per la visibilità della comunità LGBTQI
È stato primo politico a fare coming out come persona sieropositiva nello stato di New York.
Da teenager fu il primo capitano di una squadra di football a fare coming out, era il 2000 nella Masconomet Regional High School.
All’età di solo 17 anni compare sul New York Times e nello speciale televisivo 20/20 per parlare di diritti lgbt.
La svolta politica arriva nel 2014 si candida alla Camera dei Rappresentanti per il terzo distretto dello stato di New York, viene eletto e diventa un paladino per i senza tetto, la salute e i diritti delle donne e la legalità. Eletto come portavoce nel consiglio diventa la prima persona apertamente omosessuale a ricoprire questo ruolo.
“Prima di fare coming out a 16 anni pensavo spesso al suicidio, non volevo vivere” ha raccontato.
“Dissi a mia madre che ero gay, mi rispose che mi avrebbe amato comunque incondizionatamente. Pochi mesi dopo lo dissi a mio nonno: un uomo di 82 anni, irlandese e cattolico che andava a messa tutti i giorni. La sua risposta? ‘Menomale pensavo fossi Repubblicano. Puoi essere gay, ma devi essere un democratico’”
“Ognuno di noi ha storie del genere”, racconta Corey, “Non importa da dove vieni o quali siano le tue esperienze di vita. La grandezza di questa città e che è la città più diversa del mondo”.
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