Sono stati approvati ieri dai parlamentari del Regno Unito due importanti provvedimenti per i diritti delle persone Lgbt e delle donne in Irlanda del Nord. Il primo vuole estendere anche in quella regione il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il secondo apre l’accesso all’aborto.
I provvedimenti sollecitano il governo centrale di Londra a legiferare per la liberalizzazione dell’aborto e del matrimonio egualitario in territorio nordirlandese se entro il 21 ottobre a Belfast non vi sarà un nuovo governo locale. La mozione, promossa dall’opposizione laburista, è stata approvata trasversalmente e salutata come un successo anche dalla ministra Tory della Difesa, Penny Mordaunt. Contraria la destra unionista protestante del Dup.
In Irlanda del Nord – a differenza degli altri territori del Regno Unito – il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è consentito e l’interruzione di gravidanza è fortemente limitata. Si tratta di materie di competenza locale su cui finora ha pesato il veto del Dup. Ma la mancanza di un governo a Belfast – dove l’accordo di unità nazionale fra unionisti e repubblicani è saltato nel 2017 e non è stato finora ricucito – ha reso necessario l’intervento legislativo di Westminster per garantire la continuità delle istituzioni nordirlandese. Questo ha aperto uno spiraglio per intervenire anche su questi temi.
La mozione dovrà comunque essere approvata anche dalla Camera dei Lord prima di entrare in vigore. Sarà operativa solo se lo stallo di Belfast si protrarrà fino al 21 ottobre. Anche in quel caso il potere di legiferare spetterà del resto al governo britannico. Entrambi i candidati alla successione di Theresa May – Boris Johnson e Jeremy Hunt – hanno già fatto sapere di non voler forzare la mano.
I due provvedimenti, coronamento di lunghe campagne portate avanti dai laburisti, hanno ricevuto rispettivamente 383 sì e 73 no, 332 sì e 99 no. «Un giorno storico», hanno commentato in molti.
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