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“Ho più amici gay che normali”: le parole choc della consigliera di Fdi

Il solito mantra della destra, per cui arriva un personaggio che a turno proferisce frasi omofobe, salvo poi ricordare di “avere tanti amici gay”, ha raggiunto vette inusitate con le dichiarazioni di tale Felicia Grazia Scaffidi, consigliera comunale di Fratelli d’Italia a Lissone, cittadina della Brianza. Durante un dibattito in aula, infatti, l’esponente del partito di Giorgia Meloni si è lasciata andare in frasi che – se non fossero state pronunciate in un consesso istituzionale, cosa che le rende quindi gravissime – sarebbero sembrate grottesche in una delle gag di Lucia Ocone. Solo che, appunto, a differenza della brava attrice, la rappresentante di Fdi non fa ridere. Anzi.

La dinamica dei fatti

Felicia Grazia Scaffidi, la consigliera di Fratelli d’Italia

Stando alla dinamica dei fatti, secondo quanto riporta Fanpage, Scaffidi «ha tentato di replicare all’opposizione che protestava per le sue posizioni contro la comunità Lgbt+ e più le sue dichiarazioni sono diventate omofobe. Prima l’esponente di Fratelli d’Italia ha infatti dichiarato di avere “tanti amici gay” e di “trattarli come qualsiasi altra persona normodotata”. Poi, non rendendosi evidentemente conto della gravità delle sue parole, ha continuato: “Ho più amici gay che normali”».

L’inconsapevolezza dell’esponente di Fratelli d’Italia

Adesso, la cosa che stupisce – al netto della natura stessa delle dichiarazioni in sé – è l’inconsapevolezza della rappresentante di Fratelli d’Italia. L’inconsapevolezza di avere inanellato una serie di affermazioni che, se rivolte a qualsiasi altra categoria, le sarebbero costate il seggio consiliare. Trattare un gay “come qualsiasi altra persona normodotata”, significa ammettere che appartenere alla comunità LGBT+ sia una sorta di “abnormità” sociale. Un vulnus che pone, invece, l’eterosessualità su un piano superiore. E affermare, per dar forza ai propri sentimenti, di aver “più amici gay che normali” significa descrivere l’omosessualità come anomalia.

La cifra culturale dell’estrema destra al potere

Un momento del dibattito in aula, sulle frasi incriminate

Anche in questa inconsapevolezza, se vogliamo un po’ ingenua ma non certo meno violenta di certi discorsi d’odio conclamati, sta la cifra culturale della destra. E, nello specifico, dell’estrema destra che ha la fortuna di governare il Paese, per sfortuna dell’intera società italiana. L’incapacità di capire che la differenza dell’orientamento sessuale, rispetto quello prevalente, non è un demerito. Non è un deficit di dignità. Essere persone Lgbt+ non significa andare in giro con un segno meno davanti. Certo, poi c’è da chiedersi che razza di amici gay abbia questa signora e se dopo quelle dichiarazioni continueranno a frequentarla come se niente fosse (e in tal caso, qualche dubbio quanto meno sull’intelligenza sociale e sull’amor proprio di queste persone potremmo farcelo venire).

Hai molti amici gay, ma…? Non ci interessa

Di certo, il mantra “ho molti amici gay, ma…” diviene un esercizio retorico sempre più vuoto, soprattutto se pronunciato da personaggi che vengono da quell’area lì. Che non interessa la comunità LGBT+, per altro. E a quei personaggi diciamo: non ci importa nulla se esistono individui, che si dicono vostri amici, con una spiccata propensione all’autolesionismo. La cosa, come evidente, non mette al riparo dall’assumere posizioni omofobe.

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